La Direttiva dell’Unione Europea sulle case “green” sta sollevando molte preoccupazioni tra i cittadini italiani. La famigerata Direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili costringerà molti proprietari a intraprendere lavori di ristrutturazione assai costosi. Infatti, le ricadute economiche della misura nota come EPB (Energy Performance of Buildings Directive) saranno significative. L’obiettivo ambizioso è di rendere tutte le abitazioni europee a emissioni zero entro il 2050. Le nuove regole prevedono una riduzione del consumo di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
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Secondo il portale Ilovetrading, oltre il 70% dei 12 milioni di edifici italiani non è a norma. Questo significa che circa 8 milioni di immobili necessitano di ristrutturazioni. Le prime simulazioni del Codacons stimano un costo totale di circa 108 miliardi di euro per le ristrutturazioni degli edifici privati. Considerando che l’87% degli immobili italiani è di classe energetica “D”, le spese interesseranno una vasta platea di cittadini. Tuttavia, “ce lo chiede l’Europa”.
I primi interventi necessari
Le ristrutturazioni dovranno includere interventi su caldaie, infissi, impianti fotovoltaici e cappotto termico. Questi lavori saranno simili a quelli previsti dal Superbonus. Ad esempio, per ridurre il consumo di gas sarà necessario acquistare pompe di calore di nuova generazione, con o senza sonda geotermica. Un edificio non a norma vedrebbe il proprio valore dimezzato, con una potenziale svalutazione fino al 40%, secondo il Codacons. In Italia, più della metà dei 12 milioni di edifici residenziali si trovano nelle peggiori classi energetiche, F e G.
Quanto dovremo spendere
I costi delle ristrutturazioni possono variare dai 20.000 ai 60.000 euro per abitazione. Secondo Unimpresa, il conto totale per l’Italia potrebbe arrivare a 270 miliardi. Attualmente, solo 30 o 40 miliardi sono recuperabili tra i fondi del Pnrr e i nuovi fondi UE. Il Corriere della Sera ha fornito alcune stime sui costi degli interventi: per il cappotto termico, la spesa media è di 300 euro al metro quadrato. La sostituzione di serramenti e infissi può costare fino a 900 euro al metro quadrato nelle aree più fredde.
Ancora più costoso è dotarsi di un impianto fotovoltaico, con un costo medio di 2.400 euro per kilowatt di potenza installata. Inoltre, è paradossale che i pannelli fotovoltaici siano prodotti in Cina con centrali a carbone e dopo dieci-quindici anni debbano essere smaltiti, senza un chiaro piano per lo stoccaggio del silicio nocivo per l’ambiente. Per quanto riguarda le caldaie a gas, i Paesi avranno tempo fino al 2040 per eliminarle, e dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili.
L’obbligo di installare pannelli fotovoltaici riguarderà i nuovi edifici pubblici in modo progressivo, dal 2026 al 2030. La sostituzione degli infissi potrebbe ridurre fino al 20% la spesa per il riscaldamento. Dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, con una scadenza anticipata al 2028 per quelli di proprietà pubblica.