Negli Stati Uniti, come purtroppo in molti altri luoghi nel mondo, le violenze sui minori sono un fenomeno terribile e in crescita. Diversi Stati stanno correndo ai ripari promulgando leggi più severe di quelle vigenti. Il 9 maggio, il governatore del Tennessee Bill Lee ha firmato una nuova legge che “autorizza la pena di morte come punizione per lo stupro di un bambino, lo stupro aggravato di un bambino o lo stupro particolarmente aggravato di un bambino”. La novità di questo nuovo decreto legislativo è che chi compie questo terribile e disgustoso crimine, potrà essere condannato alla pena capitale anche senza che la violenza porti alla morte della vittima. La pena alternativa alla morte, in ogni caso, non potrà essere inferiore all’ergastolo.
Il Tennessee non è il primo Stato ad adottare una legge così severa per questo tipo di reati. Il primo a promulgare una legge in linea con quella del Tennessee era stato il governatore della Florida Ron DeSantis circa un anno fa. Questa decisione da parte dei due governatori ha aperto un dibattito in tutti gli Stati Uniti. Anche perché altri 7 Stati hanno adottato una legislatura simile.
In molti pensano che la mossa di Lee e di DeSantis dovrebbe servire a convincere la Corte Suprema degli Usa, attualmente sotto il controllo dei conservatori, ad adottare le stesse misure su tutto il territorio americano. La Corte, infatti, in un caso di violenza su minore avvenuto in Louisiana aveva ritenuto incostituzionale l’applicazione della pena capitale in un caso di violenza proprio perché la vittima minorenne era sopravvissuta all’abuso. Ora è opinione diffusa che la Corte Suprema potrebbe eliminare il divieto e consentire agli Stati di applicare la pena di morte per i colpevoli di questi crimini.
In conclusione, le nuove leggi del Tennessee e della Florida rappresentano un tentativo di affrontare con maggiore severità il terribile problema delle violenze sui minori, nella speranza che un inasprimento delle pene possa fungere da deterrente per questi crimini orribili. L’attenzione ora si sposta sulla Corte Suprema, che potrebbe essere chiamata a decidere se estendere questa legislazione a livello nazionale, segnando un punto di svolta nella lotta contro gli abusi sui minori negli Stati Uniti.