La storia può sembrare surreale, ma dietro a ciò che è successo durante lo svolgimento dell’esame di maturità in una scuola in provincia di Palermo c’è una situazione molto seria. Fatta di violenze, coercizioni e angherie a sfondo religioso che una giovane ragazza di origine africane ha dovuto subire per anni. Il tutto è venuto alla luce quando una coppia di genitori si è presentata all’esame della figlia. Non per sostenerla, come sarebbe normale. Ma per impedire alla ragazza di conseguire il diploma. Tutto nasce dal fatto che la giovane si sarebbe rifiutata di seguire le regole dell’Islam, mentre il padre e la madre sono ferventi musulmani. Per questo la studentessa è stata vessata e picchiata dai genitori. Una violenza psicologica e fisica che si sarebbe protratta per anni, tanto che la ragazza a Giugno aveva deciso di andarsene dalla casa di famiglia, a Lercara Friddi. Ma quando si è presentata a scuola per sostenere la maturità, sono arrivati anche i genitori che si sono presentati davanti ai professori con intenzioni bellicose perché non accettavano che la figlia conseguisse il diploma.
Solo l’intervento del personale scolastico, che ha immediatamente allertato i Carabinieri, ha evitato il peggio. In seguito a questo episodio, vista la gravità della situazione, è stata informata l’Autorità Giudiziaria ed è scattato il “codice rosso“. La ragazza ha deciso di denunciare i genitori e sono stati eseguiti gli accertamenti di rito. Sono stati gli stessi Carabinieri a eseguire l’ordinanza emessa dal Gip di Termini Imerese per proteggere la vittima dei soprusi. I genitori della studentessa non accettavano la sua volontà di proseguire gli studi, e le avevano intimato di interrompere il percorso scolastico. Madre e padre sono stati accusati di violenze in famiglia ed è arrivata la misura cautelare per proteggere la giovane. Ora i genitori hanno il divieto di avvicinarsi alla figlia e sono controllati dalle Forze dell’Ordine attraverso un braccialetto elettronico.