Un’inchiesta condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta ha portato all’arresto di 42 persone coinvolte in una vasta rete criminale legata alla mafia. Le accuse spaziano dall’estorsione al riciclaggio, dal traffico di stupefacenti alla detenzione illegale di armi. Tra i principali sospettati, figura Aldo Picca, considerato uno dei membri chiave di un’organizzazione attiva nella provincia di Caserta.
Uno degli aspetti più sorprendenti emersi dall’indagine è l’uso di dispositivi POS per facilitare il pagamento della droga. I criminali, infatti, sfruttavano le nuove tecnologie per rendere le transazioni illecite più difficili da tracciare, simulando acquisti legali di beni come abbigliamento in negozi compiacenti. Questo stratagemma ha permesso loro di camuffare le vendite di droga come se fossero normali transazioni commerciali, ingannando così i sistemi di monitoraggio finanziario.
Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha evidenziato come questo metodo innovativo dimostri l’abilità della criminalità organizzata di evolversi e adattarsi ai cambiamenti tecnologici. Tuttavia, chi non rispettava le scadenze dei pagamenti subiva pesanti ritorsioni, che includevano violenze fisiche e la sottrazione di beni personali.
Nel corso dell’operazione, gli inquirenti hanno sequestrato diverse attività commerciali utilizzate per riciclare il denaro e facilitare lo spaccio di droga. Dei 42 arrestati, 32 sono stati incarcerati, 3 posti agli arresti domiciliari, e a 7 è stato imposto il divieto di dimora in Campania. Questa operazione evidenzia ancora una volta come le organizzazioni criminali non solo siano radicate nel territorio, ma siano anche pronte a sfruttare ogni mezzo, anche tecnologico, per portare avanti i loro traffici illeciti.