Valery Zaluzhny, ex comandante delle Forze Armate ucraine, è al centro di un nuovo scontro interno che potrebbe mettere a dura prova l’unità del governo ucraino. Zaluzhny, noto per il ruolo cruciale avuto nel fermare l’invasione russa, è stato rimosso dal suo incarico dopo un conflitto con il Presidente Volodymyr Zelensky. Sebbene sia stato onorato come un eroe nazionale, la sua destituzione e il successivo incarico come ambasciatore a Londra lo hanno allontanato dalle posizioni di potere all’interno della gerarchia ucraina.
In Inghilterra, Zaluzhny ha mantenuto un profilo basso, facendo solo un intervento pubblico sul significato della guerra moderna, per poi ritirarsi nel silenzio, alimentando speculazioni sul suo stato di salute e sulla sua libertà di movimento. Tuttavia, Zaluzhny è tornato sotto i riflettori con la pubblicazione di una biografia intitolata “Il generale di ferro. Lezioni di umanità,” scritta dall’ex portavoce militare Lyudmila Dolgonovskaya. Questo libro, che celebra le gesta del generale durante la riconquista di Kherson e la liberazione della regione di Kharkiv, è visto da molti, sia a Kiev che a Mosca, come un possibile preludio a un suo ritorno sulla scena politica.
La biografia non risparmia critiche a Zelensky, accusato di non aver preso le decisioni politiche necessarie prima dell’invasione russa. Zaluzhny, infatti, avrebbe spinto per una mobilitazione anticipata dell’esercito e per l’istituzione della legge marziale, misure a cui Zelensky si sarebbe opposto per evitare di creare panico nella popolazione. Secondo il libro, questa esitazione avrebbe contribuito all’occupazione russa di parte del territorio ucraino.
Questo nuovo capitolo nella carriera di Zaluzhny potrebbe indicare una sua volontà di rientrare nel gioco politico, rappresentando un potenziale “nemico interno” per Zelensky, in un momento in cui l’Ucraina è ancora impegnata nella difficile guerra contro la Russia.