In Svezia, un recente dibattito ha messo sotto i riflettori la pratica dell’accompagnamento della sposa all’altare da parte del padre, un’usanza che, sebbene sia diventata popolare negli ultimi anni grazie all’influenza hollywoodiana, non è radicata nelle tradizioni svedesi.
La proposta di abolire questo gesto proviene da due pastori della Chiesa luterana svedese, Sara Waldenfors e Jesper Eneroth, i quali sostengono che il rituale rappresenta un retaggio patriarcale. Per loro, l’accompagnamento del padre all’altare è un simbolo di una tradizione che attribuisce un ruolo sottomesso alla donna, trasmettendo l’idea di un passaggio di “proprietà” dal padre al futuro marito.
Waldenfors, che è anche una figura di spicco nel partito socialdemocratico di opposizione, e Eneroth argomentano che, mentre questa pratica può essere vista come un tocco romantico ispirato dal cinema, non riflette le tradizioni storiche della chiesa svedese. In passato, gli sposi percorrevano la navata insieme, senza alcun atto simbolico di “passaggio di consegne”. Tuttavia, la crescente popolarità di questa usanza negli ultimi anni ha portato alcune spose a richiedere l’accompagnamento da parte del padre, ottenendo tale permesso dai sacerdoti su base individuale.
Waldenfors sottolinea che la questione deve essere esaminata con attenzione, soprattutto considerando le recenti battaglie per i diritti e l’uguaglianza. “Se abbiamo lavorato per l’inclusività e i diritti delle coppie dello stesso sesso, dobbiamo considerare se mantenere una tradizione influenzata dalla cultura popolare è ancora coerente con i nostri valori moderni di parità di genere”, afferma la pastora.
Questo dibattito mette in luce la tensione tra le tradizioni importate e i valori culturali locali, chiedendo se le usanze recenti siano in linea con i principi di uguaglianza che la società svedese cerca di promuovere.