Il Parlamento europeo ha approvato una mozione che consente all’Ucraina l’uso di armi a lungo raggio contro la Russia. Una mossa che, seppur prevista, rappresenta un cambiamento significativo nel conflitto in corso. Crescono così i timori di un’espansione del conflitto, con la possibilità che questo prenda una dimensione globale.
A destare ulteriori preoccupazioni sono le dichiarazioni del Ministro della Difesa russo, che aveva avvertito i Paesi della NATO delle intenzioni di Putin di intensificare lo scontro qualora l’Occidente avesse preso questa decisione. La risoluzione, comunque, ha ricevuto un ampio consenso con 425 voti favorevoli, 131 contrari e 63 astensioni. Nel testo approvato, si sottolinea la necessità per Kiev di avere la capacità di colpire obiettivi militari russi per difendere il proprio territorio, senza la quale l’Ucraina rimarrebbe esposta agli attacchi contro i civili e le infrastrutture critiche.
La reazione della Russia non si è fatta attendere: la tensione è rapidamente salita e i toni di Mosca sono stati estremamente severi. L’approvazione da parte dell’Eurocamera ha sollevato timori su una possibile escalation del conflitto, con il rischio di una guerra più estesa. Il documento approvato critica inoltre il calo degli aiuti militari europei a favore di Kiev, chiedendo di accelerare la consegna di munizioni e armi, inclusi i missili Taurus. Gli europarlamentari hanno anche esortato a prolungare e rafforzare le sanzioni contro Russia, Bielorussia e gli altri Stati che forniscono supporto militare a Mosca.
In Russia, Viaceslav Volodin, presidente della Duma, ha commentato duramente la decisione, sostenendo che quanto richiesto dal Parlamento europeo potrebbe portare a una guerra mondiale con armi nucleari. In un intervento rilanciato dall’agenzia Tass, ha dichiarato che in caso di attacchi ucraini in profondità in territorio russo con armi occidentali, Mosca risponderà con “armi più potenti”.
Sul fronte italiano, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la contrarietà dell’Italia all’uso di armi a lungo raggio, pur confermando il sostegno all’Ucraina. La posizione italiana appare prudente, riflettendo preoccupazioni per gli effetti destabilizzanti che potrebbero derivare da questa risoluzione, ma senza rinunciare all’appoggio a Zelensky. La delegazione italiana si è infatti mostrata più cauta rispetto ad altre nazioni, consapevole delle potenziali conseguenze.
La risoluzione adottata dall’Eurocamera rappresenta una svolta significativa nella strategia di sostegno all’Ucraina, ma lascia aperti molti interrogativi sulle possibili ripercussioni di un’escalation del conflitto. Gli sviluppi futuri, così come le reazioni della comunità internazionale, saranno decisivi per comprendere l’impatto complessivo di questa decisione. Restiamo in attesa di una risposta ufficiale da parte di Mosca, sperando che la situazione non degeneri ulteriormente e non sfoci in un conflitto su scala globale che, inevitabilmente, coinvolgerebbe anche la Cina.