Ieri, un attacco aereo condotto dalle forze israeliane ha provocato la morte di Hassan Nasrallah, storico leader di Hezbollah, nel quartiere di Dahieh a Beirut. L’operazione ha colpito il quartier generale sotterraneo dell’organizzazione sciita libanese, nascosto sotto un edificio residenziale. Oltre a Nasrallah, l’attacco ha ucciso anche alcuni alti comandanti del gruppo, tra cui Ali Karaki, responsabile del fronte sud.
La notizia ha scosso la regione, con l’Iran che ha già annunciato una risposta. Un funzionario iraniano ha dichiarato a NBC News che Teheran sta preparando l’invio di truppe in Libano a seguito dell’operazione israeliana. L’ayatollah Mohammad Hassan Akhtari ha riferito che nei prossimi giorni sarà autorizzato lo schieramento di soldati iraniani sia in Libano che nelle alture del Golan, ribadendo la volontà di agire contro Israele, come già accaduto negli anni ’80.
Nasrallah, alla guida di Hezbollah dal 1992 dopo l’uccisione di Abbas al-Musawi in un raid israeliano, è stato una figura chiave nel rafforzamento dell’influenza iraniana in Libano e nella regione. Sotto la sua guida, Hezbollah è passata da una milizia locale a una potente forza paramilitare, capace di influenzare la politica libanese e gli equilibri mediorientali. La sua leadership, durata oltre tre decenni, ha visto l’organizzazione sciita trasformarsi in una delle più forti nella regione, coinvolta in numerosi attacchi contro Israele e operazioni internazionali.
L’IDF ha definito l’operazione “accurata e pianificata a lungo”, sottolineando il significato strategico della morte di Nasrallah, sebbene Hezbollah non abbia ancora confermato ufficialmente la sua scomparsa. L’attacco arriva in un momento di crescente tensione tra Israele e Hezbollah, aggravato dai conflitti in corso nella regione, in particolare con Hamas.
Nato nel 1960 a Bourj Hammoud, un sobborgo povero di Beirut, Nasrallah proveniva da umili origini. Studiò religione a Najaf, in Iraq, prima di unirsi al movimento sciita Amal, da cui si separò per fondare Hezbollah nel 1982, con l’appoggio dell’Iran. La sua ascesa nei ranghi dell’organizzazione fu rapida e, nel 1992, divenne segretario generale.
Durante la sua leadership, Hezbollah non solo si affermò come forza militare, ma costruì anche un vasto sostegno popolare, soprattutto tra la comunità sciita libanese. La guerra con Israele nel 2006 accrebbe la reputazione di Nasrallah come simbolo di resistenza, nonostante la distruzione che colpì il Libano durante il conflitto. La sua retorica e la sua capacità di mantenere unita l’organizzazione lo resero una figura di riferimento per l’Asse della Resistenza, guidato dall’Iran.
Con la morte di Nasrallah si apre una nuova fase per Hezbollah e per il Libano, lasciando in sospeso interrogativi su chi prenderà il suo posto e su come ciò influenzerà gli equilibri della regione, già profondamente instabile.