Dopo che la Banca Centrale Europea – seguita dalla Federal Reserve statunitense – ha tagliato i tassi d’interesse per la prima volta, con il tasso sui depositi, fondamentale per i risparmiatori, che è passato dal 3,75% al 3,50%, gli investitori stanno cercando nuove strategie di investimento. Un approccio lungimirante ora è quello di concentrarsi sui Btp “a lungo termine”. Il rendimento dei Btp decennali, così come di altre obbligazioni a medio-lungo termine, potrebbe avviarsi verso un percorso di riduzione, portandosi su livelli compresi tra il 2% e il 2,5% nei prossimi diciotto-venti mesi, secondo quanto spiega Angelo Drusiani sul Corriere. Attualmente, questi rendimenti oscillano tra il 3,5% e il 4% per le scadenze più lontane. “Integrare in portafoglio, oltre alla consueta quota di Bot come alternativa al contante, scadenze a medio termine tra i 3 e i 5 anni, rappresenterebbe una strategia più strutturata e diversificata.”
Un altro suggerimento offerto da Drusiani è quello di “estendere l’orizzonte temporale a durate comprese tra sette e dieci anni, includendo anche emissioni con scadenza fino a 15 anni”. Si delinea così una valida strategia di medio-lungo termine, anche per i piccoli investitori. Oltre ai titoli con scadenze brevi, come Bot e Cct, si possono infatti prendere in considerazione titoli di Stato italiani con durate progressivamente più lunghe. Un’ulteriore raccomandazione? “Oltre alle emissioni italiane, sarebbe opportuno affiancare titoli di Paesi dell’Eurozona.” Drusiani ipotizza: “Se si ha una propensione al rischio di livello medio, si potrebbe considerare una composizione con due riferimenti fondamentali: il 30% del portafoglio destinato a scadenze fino a 5 anni e a quelle fino a 10 anni. Si potrebbe poi investire l’intero importo su scadenze come il 2027 o il 2034.”
Inoltre, suggerisce: “Allocare il 15% su Bot e Cct, e il 10% per titoli con scadenza quindicennale. Un altro 15% potrebbe essere suddiviso tra titoli con durata tra i 10 e i 15 anni emessi da Paesi della zona euro diversi dall’Italia, scelti tra quelli con un livello di affidabilità medio-alto, da una singola A meno fino al massimo grado di affidabilità, ovvero tripla A, che caratterizza le emissioni governative tedesche.”