A poco più di due anni dal voto degli italiani, Giorgia Meloni continua a ottenere ampi consensi. Secondo Vittorio Feltri, il suo lavoro alla guida dell’esecutivo è un vero “capolavoro”. Nonostante le difficoltà incontrate lungo il percorso, il noto giornalista sottolinea come Meloni sia riuscita a evitare crisi interne e cambi di governo, un risultato che definisce un “record” se confrontato con le esperienze recenti a Palazzo Chigi.
La stabilità politica come obiettivo Feltri mette in risalto un elemento chiave del successo di Meloni: l’assenza di “crisi sotterranee” o rimpasti. Per l’editorialista, questo rappresenta un risultato eccezionale, soprattutto in un contesto di instabilità che ha caratterizzato i governi precedenti. Non ci sono state lotte per il Quirinale o annunci di nuovi partiti per sostituire parlamentari in fuga, un chiaro segno della solidità e unità dell’esecutivo.
Le sfide superate: dalla magistratura ai migranti Tuttavia, non sono mancati i momenti difficili. Feltri cita casi come quello di Sangiuliano e le continue tensioni con alcuni esponenti della magistratura. La gestione dei migranti e dei centri di accoglienza in Albania, insieme al confronto aperto con una parte della magistratura, sta portando verso uno scontro istituzionale delicato che richiederà abilità nel governo. Questa è senza dubbio una questione delicata. Meloni, secondo Feltri, ha affrontato tutte queste difficoltà senza compromettere la stabilità del suo governo e, per il giornalista, saprà gestire anche questa nuova sfida.
Il piano della sinistra: delegittimarla a livello internazionale Feltri sostiene che la sinistra sia stata la parte più delusa, avendo puntato sul fallimento di Meloni. A suo parere, gli avversari politici avrebbero orchestrato un piano per screditare la Premier sia in Europa sia negli Stati Uniti. Il fulcro di questo attacco risiedeva nelle solite accuse di fascismo. Alcuni intellettuali avrebbero tentato di dipingere Meloni come una figura pericolosa, ma il tentativo non ha avuto successo: anche testate prestigiose come The Economist e The New York Times hanno iniziato a lodare la leader italiana.
Gli attacchi interni della sinistra: ideologia e voci di corridoio In Italia, gli attacchi contro la leadership di Meloni non sono stati meno intensi. Feltri afferma che la sinistra abbia cercato di delegittimarla accusandola di razzismo e omofobia, usando l’aggressività ideologica e il gossip come armi principali. Anche la magistratura, secondo Feltri, avrebbe cercato di minare la sua autorità, accusandola di crudeltà nella gestione dei migranti. Nonostante questi tentativi, però, il consenso attorno a Meloni è rimasto stabile, se non addirittura in crescita.
Un paragone con il primo governo Berlusconi Feltri traccia un parallelo tra la situazione attuale e il primo governo di Silvio Berlusconi nel 1994. Anche allora, il Cavaliere governava con un forte consenso popolare, ma fu presto abbattuto dai “poteri forti” dell’establishment. Feltri ricorda quella sconfitta come il risultato di un complotto organizzato dal Corriere della Sera e dalla Procura di Milano. Tuttavia, la situazione di Meloni è diversa, secondo il giornalista: il suo governo tiene e non vi sono segnali di ribaltamento imminente.
Feltri conclude il suo intervento con una nota di soddisfazione, evidenziando come i tentativi della sinistra di destabilizzare Meloni siano falliti. “Siamo con Meloni,” scrive, “e ci dispiace per chi rosica.” Una frase che esprime la convinzione che l’esecutivo guidato da Giorgia continuerà a resistere alle pressioni, sia interne che esterne.