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Edoardo Bennato contro la sinistra: “Come quel Ghali…”. E scoppia la polemica

Una frecciata dopo l’altra. Edoardo Bennato si confessa in una lunga intervista a La Stampa, senza giri di parole. Ripercorre la sua eccezionale carriera e riflette sul presente, non mancando di sollevare qualche polemica, in particolare nei confronti della sinistra. Afferma infatti: “La mia licenza per fare questo mestiere l’ho ottenuta dalla sinistra a Civitanova Marche”. Era il 1973 quando “uscì il mio album e credevo di avercela fatta”. Ma dopo solo due settimane “mi chiamò il direttore della Ricordi e disse: ‘Nessuno lo compra perché la regola principale di questo lavoro è la promozione. Alla Rai hanno detto che la tua voce è ruvida e sgradevole. Il contratto è rescisso’”.

L’intervista sfrenata di Bennato

Prosegue: “… giocai la mia ultima carta. Andai a Londra. Con la chitarra, l’armonica, il kazoo, tutto da solo feci dei brani punk. Tornai e mi misi a suonare davanti alla sede della Rai, dove passavano i professionisti del settore. Mi presentarono al direttore di Ciao 2001, che all’epoca era la bibbia per i giovani. E lui mi mandò al Festival di Civitanova Marche. Lotta Continua, Avanguardia Operaia: c’era tutta l’intellighenzia di sinistra. Da lì mi iscrissero a tutti i festival e raduni della sinistra. Sono stati loro a farmi diventare una leggenda”. Ma poi immediatamente il commento aspro su Ghali.

Bennato prosegue il suo racconto: “Il capo della Ricordi mi chiese ‘Come ci sei riuscito?’. E io risposi: ‘Semplice: mi sono fatto raccomandare dalla sinistra’”. Questa frase ha acceso la prima polemica intorno all’intervista di Bennato, amplificata dalle sue dichiarazioni successive, quando si sofferma su alcuni artisti contemporanei: “L’importante è esprimere ciò che pensi nelle canzoni e non fare comizi, come quel Ghali, che comunque è già meno peggio di molti altri che scrivono canzoni senza senso, almeno per me”, afferma senza mezzi termini, arrivando a criticare “una certa fazione politica” che “sfrutta questi personaggi”. Tuttavia, Bennato non vuole essere etichettato come un artista di destra: “Non mi identifico con nessuna parte, sono un privilegiato”.