Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha affrontato in un’intervista al Corriere della Sera alcuni dei temi più dibattuti sull’immigrazione, i rimpatri e la recente controversia con l’Unione Europea sulle politiche italiane. “Non possiamo fermarci”, ha dichiarato con fermezza. Per Piantedosi, non c’è spazio per fare marcia indietro, poiché la gravità della questione richiede la prosecuzione delle misure attuali per gestire la situazione migratoria.
Le critiche sul rapporto dell’ECRI
Il ministro ha anche toccato un argomento molto discusso in questi giorni: il rapporto dell’ECRI, una commissione del Consiglio d’Europa, che ha criticato le modalità di identificazione dei rom e dei cittadini africani. Piantedosi ha manifestato il suo forte disaccordo con quanto espresso nel documento.
“È assurdo che un’organizzazione internazionale, che dovrebbe difendere i diritti umani”, ha dichiarato, “possa fare affermazioni così infondate”. Il ministro ha difeso con vigore il lavoro delle forze di polizia italiane, sottolineando il loro apprezzamento sia a livello nazionale che internazionale.
Il decreto legge sui porti sicuri
Un altro argomento chiave è il decreto legge sui porti sicuri, introdotto per rispondere alla decisione del Tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento di alcuni migranti nel centro di Gjader, in Albania. Piantedosi ha spiegato che l’obiettivo del decreto è “stabilire con una legge primaria l’elenco dei Paesi sicuri, così da garantire maggiore chiarezza nelle procedure”. La necessità di questo intervento deriva anche da una sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha dichiarato non sicuri i Paesi che non offrono protezione totale.
Il governo Meloni ha presentato un ricorso in Cassazione contro la decisione del tribunale di Roma, e Piantedosi ha specificato che il decreto e il ricorso non si escludono a vicenda, ma sono complementari. “Il ricorso sarà un’occasione per chiedere alla Suprema Corte un’interpretazione chiara della normativa attuale”, ha affermato, evidenziando l’importanza di risolvere le incertezze interpretative.
Proseguono i piani per i centri in Albania
Piantedosi ha confermato la volontà del governo di proseguire con l’apertura di centri per migranti in Albania. “Sarebbe stato insensato rinunciare all’opportunità di avere 880 posti disponibili”, ha affermato, aggiungendo che questi centri contribuiranno a disincentivare le partenze irregolari e, nel lungo periodo, ridurranno significativamente i costi legati all’accoglienza.
Le nuove normative europee impongono all’Italia di prepararsi ad accogliere migliaia di persone, e il ministro ha ribadito che le attuali misure sono necessarie per affrontare questa sfida.