Un’intricata truffa finanziaria ha sconvolto il mondo dei vip e degli imprenditori di successo, mettendo al centro dell’inchiesta Daniele Migani, broker di origini svizzere, ora accusato di aver sottratto oltre 50 milioni di euro ai suoi facoltosi clienti. L’indagine condotta dalla Procura di Milano ha già portato al sequestro preventivo di 18 milioni di euro, coinvolgendo nomi celebri come il leggendario designer Giorgetto Giugiaro, la cantante Caterina Caselli e l’ex presidente Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo.
Schema complesso e ben orchestrato
Gli investigatori hanno rivelato un quadro di raggiri sofisticati e manipolazioni finanziarie. Migani, stando alle accuse, avrebbe attratto i suoi clienti con la promessa di investimenti sicuri e redditizi, utilizzando però strumenti finanziari non regolamentati come polizze vita e derivati. Questi strumenti, privi delle necessarie autorizzazioni, sarebbero stati proposti come garanzie affidabili, ma in realtà nascondevano rischi elevati e costi nascosti.
Una delle tecniche chiave per ingannare le sue vittime era il cosiddetto “reverse enquiry”. Con questa pratica, Migani sarebbe riuscito a far figurare i suoi clienti come “investitori professionisti”, aggirando così le norme e operando in territori finanziari non autorizzati. Una strategia che permetteva di eludere controlli e regolamentazioni, attirando imprenditori e personaggi pubblici ignari dei rischi effettivi.
Vittime illustri e perdite milionarie
Tra le vittime spiccano personalità di alto profilo, come Giorgetto Giugiaro, che avrebbe subito un danno di 8,6 milioni di euro, e Caterina Caselli. Anche Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group e nota al grande pubblico per una recente docuserie televisiva, ha dichiarato di essere caduta nel tranello di Migani. Il caso più clamoroso rimane però quello di Luca Cordero di Montezemolo, che ha intrapreso un’azione legale per ottenere il risarcimento di 50 milioni di euro, cifra collegata al fondo lussemburghese Skew Base Fund, una delle trappole finanziarie promosse dalla rete del broker.
Le accuse e le misure della Procura
Oltre alle accuse di frode, Migani è sotto inchiesta anche per omessa dichiarazione dei redditi, legata ai proventi delle sue operazioni irregolari. La Procura di Milano intende stroncare la rete di truffe e ha intensificato gli sforzi per proteggere gli investitori, specialmente quelli meno esperti, spesso vittime di schemi finanziari ingannevoli e complessi.
Dal canto suo, Migani sostiene che tutte le sue operazioni siano state svolte nel rispetto delle normative fiscali dei Paesi di residenza e nega fermamente le accuse. Ma le indagini puntano a svelare l’intera struttura della sua attività, evidenziando una manipolazione sistematica di clienti d’alto profilo, i cui risparmi sono stati trascinati in una spirale di promesse non mantenute.
La lezione per i futuri investitori
Questo caso rappresenta un monito per chiunque, indipendentemente dal proprio livello di successo o esperienza, si avvicini a investimenti non chiari. La vicenda Migani porta alla ribalta la necessità di una maggiore vigilanza e di regolamentazioni che impediscano l’accesso a investimenti complessi a chi non dispone delle conoscenze adeguate per valutare i rischi.