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Difesa, cambia tutto. Dai compensi all’organizzazione ecco come sarà il nuovo esercito italiano

La coalizione di centrodestra italiana sta intensificando gli sforzi per avanzare con il disegno di legge volto all’istituzione di una riserva militare nazionale, con l’obiettivo di portare il testo in votazione in aula nel più breve tempo possibile. Nei giorni scorsi, la commissione Difesa della Camera ha accolto in audizione Volker Reifenberger, presidente della commissione difesa del parlamento austriaco e deputato del Partito della Libertà d’Austria, noto partito di destra recentemente uscito vittorioso dalle elezioni in Austria.

In Austria, il sistema della riserva militare include fino a 35.000 riservisti, perlopiù ex coscritti volontari. Questi riservisti sono tenuti a partecipare a 30 giorni di addestramento ogni anno per un periodo di almeno cinque anni, previa approvazione del proprio datore di lavoro. La retribuzione media per i riservisti austriaci è di circa 6.000 euro annui. Il modello austriaco potrebbe essere parzialmente adattato anche alla realtà italiana, coinvolgendo coloro che hanno completato il servizio militare volontario di breve durata o ex membri delle forze dell’ordine.

Nino Minardo, presidente della commissione Difesa italiana, ha commentato l’incontro con Reifenberger definendolo “un prezioso approfondimento sul sistema della milizia austriaca”. Minardo ha sottolineato come il modello della riserva austriaca rappresenti una “forza di reazione” pronta a mobilitarsi entro 48 ore e ha aggiunto che in Italia il dibattito sulla costituzione di una riserva militare è già avviato, con l’intenzione della commissione di dare un contributo tangibile alla discussione.

“Siamo consapevoli dell’importanza di analizzare modelli esteri già operativi e ben strutturati,” ha dichiarato Minardo, esprimendo l’interesse verso un sistema ispirato a quello austriaco, con una struttura versatile e attivabile rapidamente.