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Vittorio Sgarbi, come sta davvero: le lacrime della sorella Elisabetta

Nel corso della conferenza stampa per la presentazione della nuova edizione de La Milanesiana, l’evento culturale che da anni arricchisce il panorama italiano, Elisabetta Sgarbi, fondatrice e direttrice artistica, ha condiviso un momento di grande intensità emotiva.

Durante l’incontro tenutosi al Piccolo Teatro Grassi, l’editrice ha rivelato: “Stamattina Vittorio Sgarbi mi ha telefonato per augurarmi buona conferenza stampa”. Questo semplice gesto ha assunto un significato profondo, in considerazione del difficile periodo attraversato dal fratello, Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e figura di spicco nel contesto culturale e politico italiano.

Il riferimento è al recente ricovero dell’intellettuale presso il Policlinico Gemelli, dove è in cura per una forte depressione, condizione di cui Sgarbi ha parlato pubblicamente. La sua vulnerabilità è emersa dopo mesi di impegni intensi e continua esposizione mediatica, che hanno influito sul suo equilibrio psicologico.

Elisabetta, legata al fratello sia affettivamente che professionalmente, non ha celato la propria commozione. Il pubblico presente ha accolto le sue parole con silenzioso rispetto, comprendendo la delicatezza del momento. La Sgarbi ha poi continuato con la presentazione del programma 2025 de La Milanesiana, che si conferma un ricco contenitore di letteratura, musica, cinema, filosofia e scienza, con numerosi ospiti internazionali e appuntamenti in tutta Italia.

Questo momento personale ha ricordato a tutti come anche le figure pubbliche, spesso al centro di dibattiti e polemiche, possano nascondere fragilità comuni. La Milanesiana, con la sua vocazione al dialogo fra linguaggi, emozioni e conoscenze, diventa così un luogo di riflessione sull’umanità di chi vive sotto i riflettori.

“La telefonata di Vittorio stamattina è stata un gesto importante per me”, ha concluso Elisabetta Sgarbi, ringraziando i presenti con uno sguardo che, per un istante, ha messo in secondo piano i riflettori per dare spazio all’empatia.

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