The Phoenix, un’auto fatta di rifiuti elettronici, è riuscita a stabilire il nuovo record di autonomia, percorrendo 1.593 chilometri con una sola carica. Si tratta di una vettura costruita negli Stati Uniti ad opera di Eric Lundgren, l’Amministratore Delegato di IT Asset Partners, utilizzando come base la carcassa di una BMW 528i risalente al 1997.
Il record è stato conseguito ai danni della Tesla Model S, che l’aveva conseguito nel 2013, su una strada di Los Angeles, l’Auto Club Speedway, tra il 16 e il 17 ottobre appena passati. A destare impressione è stato soprattutto lo scarto finale, se si pensa che The Phoenix ha percorso 990 miglia circa, contro le 670 conseguite dalla Tesla appena un mese prima, equivalenti a poco meno di 1070 chilometri.
Leggi anche: Auto supersonica, a ottobre i primi test su pista: si viaggerà oltre i 1.600 chilometri orari
The Phoenix è costata appena 14mila dollari
The Phoenix, l’auto fatta di rifiuti elettronici che è riuscita a scalzare la Tesla Model S, è costata appena 14mila dollari. La sua costruzione si è basata in maniera integrale sul cosiddetto riciclo ibrido, e a detta del suo costruttore l’obiettivo dell’impresa era proprio quello di spiegare le grandi potenzialità dei veicoli mossi dall’energia elettrica e del riutilizzo.
In questo caso il riciclo è andato ad interessare un settore ben preciso, quello delle componenti elettroniche, ove gli sprechi sono destinati ad un incremento esponenziale proprio per la crescita impetuosa del mercato. La missione intrapresa si è concretizzata nell’assemblaggio di un’auto mossa da batterie agli ioni di litio da 165 kWh, dotata di un motore AC-50 e di una centralina proveniente da un carrello elevatore ormai non più utilizzabile.
Il primato è stato registrato da Michael Empiric, un giudice del Guinness Book of World Records, giunto nella città degli angeli con il preciso intento di certificare l’evento.
Leggi anche: Il ritorno delle auto elettriche per un Europa green: incontro al vertice per abbattere le emissioni di CO2
Cos’è il riciclo ibrido
Lo stesso Lundgren, intervistato da Renewable Energy Magazine sull’auto fatta di rifiuti elettronici, ha spiegato come il riciclo ibrido abbia come suo scopo il riutilizzo delle componenti elettroniche. Uno scopo portato avanti proprio da IT Asset Partners, ad esempio utilizzando le batterie provenienti da auto ormai in disuso per riusarle nelle sedie a rotelle, oppure riciclando i pannelli solari dismessi a favore di famiglie cambogiane, impedendo in tal modo l’utilizzo del pericoloso cherosene. La compagnia di cui è amministratore delegato si propone in particolare la sensibilizzazione di un numero sempre più largo di consumatori, spingendoli ad impegnarsi per limitare i pericoli di un utilizzo dissennato dell’elettronica, impegnando in particolare l’opinione pubblica a evitare sprechi che rappresentano infine un pericolo per un ambiente sempre più provato.
Leggi anche: Auto biodegradabile: l’idea è di un team di studenti olandesi
Non è un buon momento per Tesla
Il record conseguito dall’auto fatta di rifiuti elettronici conferma il momento non proprio positivo di Tesla, che nei mesi passati aveva dovuto già subire un colpo alla propria immagine, quando Cummins aveva anticipato il marchio californiano con il primo camion elettrico, denominato Urban Hauler Tractor, presentato prima di Semi.
Nei giorni scorsi è poi venuta fuori l’indiscrezione in base alla quale Tesla non sarebbe in grado di rispettare il piano di consegne per la nuova Model 3, tanto da aver chiesto alle concessionarie di assemblare al suo posto le vetture vendute. Una indiscrezione avanzata da The Financial Times che è stata confermata da ambienti interni, provocando un sensibile regresso del titolo azionario.