Come porre fine al costante declino delle PMI e dare vita a un ambizioso piano industriale che favorisca l’innovazione? È questa una delle sfide che, sin dalla scorsa primavera, si è posto il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, per invertire un trend negativo che pare inarrestabile: infatti, Oltralpe si cerca da tempo di fare fronte al problema della deindustrializzazione, tanto che alcuni giorni fa l’economista Patrick Artus ha parlato di una “situazione orrenda”.
Tuttavia, di recente, il Primo Ministro Édouard Philippe ha annunciato il varo di un imponente progetto che, stando anche a quanto aveva promesso lo stesso Macron durante la campagna elettorale, intende rilanciare l’intero comparto e sostenere le cosiddette industrie “di rottura”.
I numeri di una crisi
Il declino delle PMI è da quasi quindici anni una delle spine nel fianco dei diversi esecutivi che si sono succeduti in Francia: stando ad alcuni dati, dal 2002 a oggi l’incidenza del settore industriale sul PIL dello Stato è passata da un soddisfacente 16,5% (il dato tocca vette del 23% in Germania) a un 12,5% che fotografa bene lo scenario delineato da Artus.
Per questo motivo, nel corso del Consiglio Nazionale per l’Industria svoltosi presso la sede della Valeo, una multinazionale specializzata nella fornitura di componenti per auto, Philippe ha reso note le coordinate di questo piano che stanzierà 10 miliardi di euro a favore delle industrie rivoluzionarie. Non solo: il Governo ha intenzione di istituire un pool di manager per definirne le linee-guida, rendendo anche più stringente la vigilanza sulle Offerte Pubbliche di Acquisto (OPA).
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I dettagli del piano industriale
Insomma, per invertire quel trend che vede il declino delle PMI come un fenomeno inarrestabile, l’esecutivo guidato da Philippe ha deciso di puntare sull’innovazione e sul miglioramento della qualità dei prodotti, specialmente in un mercato sempre più globalizzato. A seguito dell’annuncio, i quotidiani francesi hanno svelato qualche dettaglio in più, spiegando come saranno reperiti i 10 miliardi di euro: la parte più consistente (8,4 miliardi) verrà da titoli “corporate” pubblici, mentre i restanti 1,6 costituiranno il ricavato della vendita delle azioni di Renault ed Engie.
Per quanto riguarda il pool di “veterani” che si occuperà di individuare gli assegnatari più meritevoli dei fondi stanziati, la stampa ha già svelato alcuni nomi di prestigio: tra questi spiccano soprattutto Julien Dubertret, attuale Ispettore Generale delle Finanze, Ronan Stephan (direttore generale di Plastic Omnium) e Jacques Lewiner (fisico e scienziato di acclarata fama).
Il ruolo strategico di Philippe Varin
La sfida che si propone questo piano contro il declino delle PMI è, come detto, quella di stimolare l’innovazione dell’industria e di rilanciarne la competitività sui mercati internazionali: tra le figure cardine individuate da Philippe e Macron, un ruolo centrale l’avranno Jean-Pierre Floris e Philippe Varin (ex numero uno di Peugeot Société Anonyme), i quali porranno un’attenzione particolare alle piccole e medie imprese e cercheranno di arginare le chiusure di impianti che interessano tutto l’Esagono.
Inoltre, pare che proprio Varin sarà chiamato a rivestire un’altra importante carica: da gennaio infatti sarà a capo di France Industrie, organizzazione a cui aderiscono tutti gli imprenditori francesi. Non va infine dimenticato, come accennato in precedenza, che questa task force dovrà vigilare pure su eventuali OPA e difendere le aziende pubbliche: “Controlleremo non solo il settore della difesa e della sicurezza, ma anche quello dei cosmetici e dell’agroalimentare per via della loro appartenenza simbolica al marchio-Francia” ha spiegato a tal proposito Varin.
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