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Carburante green e bioraffinerie per il colosso Eni

Nell’era della tecnologia e dell’innovazione, lo scopo è quello di trasformare fonti preziose come le materie prime in biocarburanti. Sono anni, infatti, che si cercano energie alternative da fonti rinnovabili. Un esempio è quello di utilizzare rifiuti, grassi animali, perfino l’olio fritto come benzina nel motore di un veicolo.

Ci ha pensato Eni a creare un metodo alternativo che funziona. La Eni di Venezia infatti costituisce il primo esempio al mondo di riconversione biologica di una raffineria già esistente. La tecnologia utilizzata è la cosiddetta Ecofining, collaudata a San Donato Milanese.

Eni-Raffineria-Venezia

Per realizzare questo obiettivo, Eni ha collaborato con la nota azienda Honeywell-Uop, principale fornitore internazionale della tecnologia per la raffinazione del petrolio, la lavorazione del gas, la produzione petrolchimica e le principali industrie manifatturiere. Leader del settore, ha aiutato Eni nel processo innovativo che l’ha portata a produrre Green Diesel. Quest’ultimo, con l’aggiunta di gasolio, dà vita ad Eni Diesel +, un vero e proprio biocarburante.

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Perché questo biocarburante è cosi tanto innovativo? Eni Diesel + vanta una componente rinnovabile che si aggira intorno al 15%, quota che già supera l’obiettivo prefissato dall’Europa (10%) da raggiungere entro il 2020.

La Bioraffineria di Venezia utilizza la tecnologia Ecofining per trasformare l’olio di palma certificato in Green Diesel. Presto sarà anche in grado di utilizzare l’olio ricavato dalle microalghe, i rifiuti, i grassi animali e perfino l’olio fritto residuo dalle attività di ristorazione.

Raffineria-gelaQuesta attività ha coinvolto anche il Conoe, il Consorzio che organizza, controlla e di monitora la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti a fini ambientali. Il Conoe ha infatti lo scopo di tutelare la salute pubblica e di ridurre la dispersione del rifiuto per non trasformarlo in un costo ambientale ed economico, ma sfruttarlo visto che si tratta di una risorsa rinnovabile.

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La sottoscrizione del protocollo tra Eni e Conoe invita quindi tutte le aziende che sono coinvolte nella rigenerazione a fornire oli esausti per la bioraffineria di Venezia.

Coinvolta nel progetto anche la raffineria di Gela, che entrerà in funzione nel 2018 con le stesse caratteristiche di quella di Venezia. Entrambe le bioraffinerie garantiranno la lavorazione di circa un milione di tonnellate all’anno.

RaffineriaTutto questo come influirà sull’ambiente? Il risparmio sarà immediato: – 3.130 kg di CO2, -1,9 metricubi  di acqua per tonnellata di biodiesel prodotta proprio grazie alla lavorazione di oli esausti. Si stima che la riduzione di emissioni di CO2 supera il 5% proprio grazie ad una filiera produttiva realizzata in modo tale da essere sempre più ecostenibile.

Fonte: adnkronos