La batteria più grande del mondo è finalmente in funzione, consentendo a Elon Musk, il CEO di Tesla, di vincere la scommessa che aveva deciso di sostenere con lo stato dell’Australia meridionale. La batteria agli ioni di litio da 100 megaWatt, secondo lo stesso Musk, dovrebbe essere il primo passo per trasformare l’intero Paese in una vera e proprio centrale elettrica basata su fonti di energia rinnovabili.
Una impresa a tempo di record
La costruzione della batteria più grande del mondo è stata scandita da una serie di tappe forzate, per le quali sono stati impiegati cento giorni, iniziati subito dopo l’aggiudicazione da parte di Tesla di una commessa da parte dell’Australia meridionale.
Ove non fosse riuscito nell’impresa, il brand di Palo Alto avrebbe dovuto fornire gratuitamente la batteria. Sono invece bastati poco più della metà dei termini indicati dal bando di gara, per dare vita ad un’operazione che ha notevolmente rinsaldato la fama di Tesla, attualmente in una fase difficile, a causa di conti finanziari non proprio brillanti e di una concorrenza sempre più agguerrita.
Le difficoltà dell’Australia meridionale
Ad esprimere tutta la sua soddisfazione per il brillante esito dell’operazione è stata in particolare il Primo Ministro dell’Australia meridionale, Jay Wheaterill, la quale ha voluto mettere in risalto come proprio grazie alla batteria più grande del mondo sarà possibile dare vita ad un piano energetico tale da permettere l’autonomia sotto tale punto di vista ad una zona che ha avuto grani problemi in tal senso nel recente passato.
Va infatti ricordato che l’opera è stata varata dal governo locale al fine di far fronte ad una serie di blackout tra i quali il più grave è stato quello che alla fine del 2016 ha lasciato quasi due milioni di persone senza energia elettrica.
Nel dibattito che ne è conseguito, la strada individuata è stata proprio la Powerpack, che garantisce energia elettrica a 30mila abitazioni per almeno un’ora, anche in caso di nuovo blackout.
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Le polemiche politiche
Va però sottolineato come il successo di Tesla abbia in pratica scatenato la polemica politica in Australia. Se infatti il governo dell’Australia meridionale è un convinto sostenitore di una politica energetica sempre più sganciata dalle fonti fossili e orientata sulle rinnovabili, la posizione contraria continua ad avere i suoi fans all’interno del governo nazionale.
Una posizione rappresentata in particolare dal tesoriere Scott Morrison, secondo il quale si tratterebbe di una soluzione non in grado di assicurare energia elettrica.
Non è dello stesso avviso il governo locale, che sembra assolutamente intenzionato a continuare sulla strada intrapresa e anzi rafforzarla, con un mix energetico in cui spiccano eolico e solare.
Lo stato dell’Australia meridionale, intanto, ha già espresso il suo desiderio di potenziare al massimo questa politica, stanziando 550 milioni di dollari australiani in favore delle rinnovabili.
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Si profila uno scontro?
La diversità di posizioni tra le parti ha spinto alcuni organi di stampa, a partire dal Financial Times, ad adombrare come alla fine la disparità di vedute potrebbe lasciare l’Australia senza una vera politica energetica.
Una responsabilità che però non sembra assolutamente spaventare il governo dello stato dell’Australia meridionale, il quale proprio grazie alla batteria fornita da Tesla si propone di ovviare con successo alla chiusura di una centrale a carbone a Victoria, una delle più grandi del Paese.