La promessa di Macron
Restituire i tesori dell’Africa ai loro legittimi proprietari nel corso dei prossimi cinque anni: è stato questo uno dei punti salienti di un discorso che Emmanuel Macron ha tenuto di recente a Ouagadougou (Burkina Faso), una delle tappe del suo lungo viaggio nel Continente Nero.
Il Presidente della Repubblica francese, infatti, ha annunciato che una delle priorità del suo mandato sarà quella di far sì che una parte dell’immenso patrimonio artistico sottratto nel corso dei secoli a diversi Paesi africani non venga più custodito in musei e collezioni private transalpine, andando di fatto contro quella che era stata la politica adottata dai precedenti inquilini dell’Eliseo.
Il riferimento agli inestimabili tesori dell’Africa e alla speranza di una futura rinascita di un continente così martoriato da guerre e povertà negli ultimi decenni sono stati i due cardini principali del discorso (da alcuni osservatori definito “memorabile”) che Emmanuel Macron ha pronunciato di fronte a una vasta platea presente presso l’Università di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.
L’appello del Presidente del Benin
La restituzione dei tesori dell’Africa era stata chiesta ufficialmente, per la prima volta, nel 2016, quando Patrice Talon, appena eletto Presidente del Benin, si era rivolto al mondo occidentale spiegando che l’eredità artistica sottratta al Continente Nero durante le varie fasi del colonialismo di fine Ottocento servirà in futuro a far conoscere alle popolazioni locali il valore della storia e della loro cultura, oltre a dare un forte impulso al settore turistico.
E il discorso di Emmanuel Macron è stato visto da molti come una risposta diretta all’appello di Talon che aveva spiegato come fossero quasi 6000 gli artefatti del suo Paese che si trovavano ancora conservati in Francia: addirittura, secondo Irénée Zevounou, ambasciatrice del Benin presso l’Unesco, il 99% delle opere d’arte africane si trovano in Europa o in America.
Confermando questo dato, Macron ha promesso che, in discontinuità con gli altri Presidenti della Repubblica, gli oggetti d’arte che fanno bella mostra di sé nei musei dell’Esagono verranno restituiti ai vari Paesi africani, spesso depauperati di questo patrimonio che è parte fondante della loro cultura. Inoltre, il Presidente francese ha anche affermato come l’Africa, come qualunque civiltà, non possa progredire se privata della sua stessa memoria.
Contro le istituzioni francesi
Insomma, attorno ai tesori dell’Africa potrebbe giocarsi nei prossimi anni una fetta importante della rivoluzione che Emmanuel Macron aveva annunciato sin dall’avvio della sua campagna elettorale. Il neo-presidente francese è stato infatti protagonista di un viaggio diplomatico che, proseguito tra Costa d’Avorio e Ghana, aveva come scopo quello di aprire “una nuova pagina nelle relazioni franco-africane” e porre idealmente fine alla politica post-coloniale perpetrata in passato.
E la sua promessa di restituire ai legittimi proprietari il maltolto potrebbe finalmente porre fine agli ultimi retaggi di quella politica colonialista che a lungo ha visto la Francia in prima fila. Il Presidente ha così deciso di andare apertamente contro varie istituzioni transalpine che fino ad ora avevano negato la restituzione delle opere adducendo il “principio dell’inalienabilità del patrimonio pubblico”.
Anticipando le obiezioni di coloro che temono per la sicurezza degli artefatti una volta riconsegnati all’Africa, Macron ha anche spiegato che verranno intraprese azioni di partenariato per garantirne la conservazione, formando operatori culturali capaci di gestire questa importante eredità.
Leggi anche: Curiosità sull’Africa che non vengono (quasi) mai dette