La nuova policy di Tesla
Niente ricariche Supercharger per i tassisti e per le vetture che fanno parte della flotta di Uber e Lyft. È questo quanto deciso di recente dai vertici di Tesla che, attraverso un comunicato, hanno fatto sapere che, da ora in poi, le vetture elettriche prodotte dall’azienda automobilistica californiana potranno essere collegate alle colonnine di ricarica veloce da 480 volt solo se di proprietà di privati.
Stop dunque alla fornitura del servizio per gli autisti professionisti: la svolta dettata da Elon Musk, Chief Executive Officer di Tesla, dovrebbe servire a non intralciare tutti gli altri utenti, evitando così gli abusi registrati negli scorsi mesi con delle automobili lasciate tutta la notte attaccate alle colonnine.
Ad ogni buon conto, Tesla ha comunque precisato che verrà in qualche modo incontro a coloro che fanno uso dei servizi di car sharing.
I motivi dello stop al servizio
Il divieto di ricorrere alle ricariche Supercharger per la categoria di tassisti e affini è arrivato a sorpresa da parte della compagnia con sede a Palo Alto ed è volto a disincentivare il ricorso alle colonnine di Tesla dei cosiddetti “professionisti del volante”. Tra questi ultimi saranno compresi anche coloro che effettuano consegne commerciali e gli autisti di tutte quelle automobili in servizio per enti e organizzazioni statali o governative.
L’intento di questa nuova policy voluta dallo stesso Elon Musk è di provare a incentivare un uso più responsabile delle colonnine di ricarica distribuite sul territorio e consentire a un numero sempre maggiore di automobilisti privati di poter fare “rifornimento”.
Nella nota diffusa da Tesla, inoltre, si fa riferimento anche al ricorso alla “extrema ratio” di predisporre il blocco dell’accesso alle postazioni Supercharger nei casi in cui dovessero verificarsi violazioni alle nuove disposizioni.
Leggi anche: Il Chip IA per Autopilot conquista Elon Musk: Tesla studia l’hardware che renderà la guida autonoma
La scarsa diffusione dei Supercharger
Tuttavia, la limitazione all’uso delle ricariche Supercharger potrebbe causare in principio qualche disagio e, per questo motivo, Tesla ha reso noto che sarà approntata anche un’app dedicata al car sharing, sottolineando comunque che alcune colonnine dovrebbero essere escluse da questa stretta e restare di fatto a disposizione di tutti gli automobilisti.
Ad esempio in Italia, a differenza che in altri Paesi, al momento si contano solamente 25 colonnine Supercharger, distribuite principalmente nel Nord della penisola: presto ne verranno installate altre 13, ma il problema della loro scarsa concentrazione sul territorio nazionale permane.
E, in vista di una crescente diffusione delle automobili elettriche, sarà infatti questa una delle principali sfide che Tesla si troverà ad affrontare.
Leggi anche: Tesla Model 3: tutto quello che c’è da sapere sull’auto elettrica del momento
Un’app per il car sharing
Se le ricariche Supercharger saranno dunque off-limits per i professionisti, è altresì vero che Elon Musk ha già ipotizzato una possibile soluzione, ovvero la ridefinizione del concetto stesso di car sharing. A suo dire, i possessori di una vettura elettrica possono comunque prestarla ad un amico che ne ha bisogno ma, in caso si voglia lucrare sul servizio di trasporto, allora dovranno necessariamente appoggiarsi a Tesla.
L’azienda automobilistica statunitense, come accennato, ha in cantiere il lancio di un’app che consentirebbe di connettersi a una rete centrale e di guadagnare denaro quando non si usa personalmente la vettura elettrica.
La strada, d’altronde, è oramai tracciata e nei prossimi anni altri importanti marchi del settore (a partire da Mercedes e BMW) punteranno sulla filosofia della condivisione a scapito della vecchia idea del “possesso” del mezzo di trasporto.
Guarda il video: Tesla 3: l’auto elettrica che conquisterà il mondo intero