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Tim Cook: Mio nipote non deve frequentare i social network

“Non voglio che mio nipote stia sui social network”: a pronunciare questa frase non uno zio di altri tempi, ma Tim Cook, amministratore delegato di Apple, la società tecnologica per eccellenza, che si aggiunge così ad una corposa lista di manager della Silicon Valley critici.

Il 57enne amministratore delegato, che ha preso le redini di Apple dopo la morte di Steve Jobs nel 2011 , ha detto che la società si preoccupava profondamente dei bambini al di fuori della classe.

Cook avrebbe pronunciato questa frase parlando all’Harlow college in Essex, Gran Bretagna, aggiungendo che l’uso della tecnologia nelle scuole dovrebbe essere limitato. “Non ho figli – ha detto – ma ho un nipote a cui ho messo dei paletti. Ci sono delle cose che non permetto, non voglio stia sui social network”. “Non sono – ha aggiunto – tra quelli che dicono che il successo si raggiunge se si usa la tecnologia per tutto il tempo. Ci sono ancora concetti da capire e di cui poter parlare. In un corso di letteratura – ha fatto l’esempio – va usata molta tecnologia? Probabilmente no”.

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Pur essendo appena uscito da un aereo durante un tour europeo in Europa, Cook ha messo a proprio agio insegnanti e studenti. Vestito con un maglione blu, jeans grigi e scarpe in pelle scamosciata blu, sembra appena un miliardario della tecnologia.

Di recente Apple è stata incalzata da alcuni suoi stessi azionisti per “contenere” la dipendenza da iPhone dei bambini. Mentre diversi ex manager di Facebook come Sean Parker hanno sollevato diverse preoccupazioni sugli effetti di tecnologia e piattaforme social sui ragazzini.

Il curriculum di programmazione di un anno adottato dal college Harlow, a mezz’ora a nord di Londra, ha lo scopo di insegnare agli studenti le competenze informatiche attraverso l’uso di una varietà di giochi, lezioni e materiali interattivi.

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tim-cook-social-networkAd ogni studente viene fornito un iPad con app e strumenti di codifica e gli insegnanti li guidano attraverso i concetti di codifica. Gli alunni sono in grado di vedere i loro progressi e ottenere feedback, finendo l’anno con due qualifiche.

Il fatto che sia il CEO Apple a pronunciare queste parole può sembrare un qualcosa di paradossale. In realtà però, la linea di pensiero di Tim Cook è stata già condivisa da altre figure di spicco del mondo hi-tech.

Appare evidente come siano necessari dei limiti all’utilizzo della tecnologia, specie per i più giovani. La scuola, intesa come istituzione, potrebbe rappresentare il luogo adatto per fornire gli strumenti necessari a dominare la rivoluzione hi-tech anziché essere dominati da essa.

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