Se pensiamo che bastavano solo “Mille lire al mese” per essere felici, il famoso verso che cantava Gilberto Mazzi, che tutti credo conoscono, sintetizza simbolicamente un po’ quello che era la filosofia del piccolo borghese di quell’epoca. Ancora oggi c’è chi aspira ad avere un posticino di lavoro dove poter avere una vita tranquilla come dice il protagonista della canzone. Ma non era una cosa da miliardari anzi era giusto per poter avere una casa e condurre una vita tranquilla e serena.
Di sicuro ora con quella cifra non si fa più nulla (sorvolando sul fatto che le lire non esistono neanche più). Ma quanti soldi servono quindi per essere felici? Certo il problema sta a monte. È corretto dire che i soldi danno la felicità? Uno studio condotto dal Dipartimento di Scienze Psicologiche della Purdue University (Usa) ha dimostrato qualcosa di incredibile.
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Quanto dobbiamo guadagnare per considerarci felici?
Sì. I soldi danno la felicità ma non devono essere troppi. Proprio così, avete letto bene. Se sono troppi la felicità diminuisce. Non ci credete? Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, afferma che il reddito ideale per essere felici si aggira intorno ai 95.000 dollari all’anno (circa 80.000 euro, al cambio di marzo 2018). Sembrano troppi? Nessun problema. Per essere anche solo sereni ne bastano meno: 48-60.000 euro l’anno. Superata una certa soglia, pare, la felicità diminuisce.
Sappiate però che ci sono delle diversità in base al paese: il reddito ideale più alto è atteso in Australia e in Nuova Zelanda, quello più basso in America Latina e nei Caraibi. Lo studio ha preso in esame 1,7 milioni di persone dai 15 anni in su, di ben 164 Paesi.
Perché non si può superare un certa soglia?
I soldi devono soddisfare le necessità primarie (casa, spese, etc.). Se ne abbiamo troppi rischiamo di farci travolgere dai falsi bisogni. I cosiddetti bisogni superflui che ci rendono la vita più complessa, e quindi meno felice. Non ci sono differenze di genere: se si è uomo o donna poco importa.
Al contrario incide il grado di istruzione. Chi ha studiato di più spesso è stato sottoposto a maggiori pressioni e quindi è particolarmente felice se raggiunge un buon stipendio. Certo, che questo studio spiega un sacco di cose. Ecco perché Paperon de’ Paperoni era sempre così agitato! Aveva troppi soldi!
William Penn Adair Rogers, conosciuto come Will Rogers un giorno disse “Spendiamo soldi che non abbiamo ancora guadagnato, per comprare cose di cui non abbiamo bisogno, per fare colpo su persone che non ci piacciono.”
Io tuttavia preferisco modificare l’ultima frase in: “persone che non ci amano” perché ho come l’impressione che a questo mondo siamo tutti profondamente convinti che i soldi, gli oggetti che possediamo e la posizione sociale che ricopriamo, siano gli ingredienti giusti per conquistare l’amore degli altri ed essere felici, ma non è così.
Lavorare, guadagnare, comperare
La nostra vita potrebbe essere riassunta in queste tre semplici azioni, d’altronde sprechiamo quasi tutto il nostro tempo lavorando, al solo scopo di guadagnare soldi che poi spendiamo in cose totalmente inutili; per sfoggiare un capo firmato, un cellulare di ultima generazione o un automobile tanto veloce quanto costosa, siamo disposti ad alzarci presto, imbottigliarci nel traffico, lavorare freneticamente finché c’è luce, ripiombare nel delirio della tangenziale, per poi cadere spossati sul divano a sprecare le uniche ore libere davanti alla TV. Il giorno dopo ricominciamo ostinatamente tutto da capo, e così per l’intero arco della nostra vita.
Devono essere proprio necessarie tutte queste cose che desideriamo comperare, per giustificare una così seria, costante e totale dedizione al lavoro e al denaro, talmente importanti da giustificare il sacrificio della nostra esistenza e dell’unico bene che ognuno di noi possiede e che non può essere comperato con il denaro: il tempo.
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Siamo tutti realmente convinti che vestendoci bene, frequentando certi ambienti, conducendo una vita il più mondana possibile, avendo una posizione lavorativa remunerativa, prestigiosa e socialmente rilevante, saremo più felici, ma la realtà è ben diversa, anche se nella società in cui viviamo, tutto complotta per nasconderla.
I soldi come mezzo per la felicità
Possiamo discutere quanto vogliamo sull’eticità e sulla reale possibilità di vivere senza denaro, ma non è questo il punto; sembra invece che i soldi non servono per essere felici. Da quando siamo nati, principalmente attraverso la televisione, ci vengono proposti modelli di vita totalmente fuorvianti; essere di successo, scattanti, dinamici, sempre giovani e lampadati, eleganti, seducenti e ricchi è quello che ci viene propinato come modello ultimo a cui aspirare. Alcuni stereotipi sono talmente radicati che nessuno si sognerebbe mai di metterli in discussione.
Il punto cruciale di tutta la faccenda è che, per emulare tali stereotipi e quindi far parte della società, servono soldi; tipicamente, più ci si vuole avvicinare al modello di successo che abbiamo in testa, più soldi sono necessari. Non potrai mai essere vincente come George Clooney se non guidi la Mercedes che pubblicizza, o sexy come Scarlett Johansson se non usi The One di Dolce e Gabbana.
Siccome tutti inesorabilmente tendiamo a convergere verso questi modelli, ecco svelato il perché della nostra incredibile dedizione al lavoro, come mezzo per ottenere il denaro necessario ad imitarli.
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Siamo davvero felici grazie ai soldi?
La ricerca, pubblicata su Nature Human Behaviour, mostra come agli uomini basti meno delle donne per essere felici: i primi dichiarano 90 mila dollari come orizzonte del benessere, le seconde 100 mila. E più cresce l’istruzione, più salgono i bisogni: chi ce l’ha bassa trova che per una vita appagante servano 70 mila dollari, chi ce l’ha media ambisce a 85 mila, quelli con istruzione superiore hanno bisogno di 115 mila dollari.
È interessante il fatto che, secondo l’analisi, esiste una specie di punto di svolta: si è capito che spesso, nonostante venga raggiunta la cifra ritenuta necessaria, si registra un decremento nel livello di felicità, spiegano gli autori. Ovvero, più si guadagna più salgono le esigenze. Questo aspetto conferma altre ricerche che in sostanza spiegano come i soldi possano servire per conquistare la felicità ma solo se si ha il tempo per goderseli.
La ricetta per la felicità
Tutti a questo mondo abbiamo un unico scopo nella vita: “essere felici”, ogni sforzo che quotidianamente compiamo è rivolto a questo. Spendere soldi comperando oggetti inutili, allo scopo di imitare i modelli che da sempre i media ci propinano, dona una felicità effimera e temporanea. Cercare di fare colpo sugli altri, provando ad essere “modelli migliori”, acquistando oggetti che hanno un alto valore sociale, come vestiti costosi, cellulari di ultima generazione o macchine prestigiose, è probabilmente la strada che tutti seguiamo per cercare di raggiungere la felicità.
Questo meccanismo è alimentato e cavalcato dalla grande macchina del consumismo, rendendo tutti quanti schiavi dei soldi. In definitiva, per cercare di essere felici, sacrifichiamo le nostre vite lavorando follemente, perché è attraverso i soldi guadagnati che crediamo di poter ottenere il benessere mentale che stiamo cercando.
Il sistema ovviamente incentiverà sempre questo meccanismo, immettendo costantemente sul mercato nuovi oggetti del desiderio, incentivandoci a proseguire sulla strada del consumismo, invogliandoci a sprecare il nostro denaro. Siamo cioè indotti ad “accumulare denaro” per riuscire a vivere felice in una società in cui, gratuitamente, non si riesce più a fare niente.
Tutto questo è profondamente sbagliato, a partire dal presupposto che fare colpo sugli altri ci renda migliori e più felici. Nessuno infatti vuole sentirsi inferiore agli altri, di conseguenza cercare di impressionare le persone, non è una strategia vincente, perché queste non ci ameranno di più se indossiamo una camicia da 200 euro o se possediamo una macchina di lusso. Tuttalpiù ci potrebbero invidiare, ma certamente il bene che ci vogliono non è proporzionale a quanto sfoggiamo la nostra ricchezza.
La verità
Le persone vogliono semplicemente trovare qualcuno con cui stare bene, che le capisca e le ascolti, di cui si possono fidare e con cui sentirsi a proprio agio; solo quando siamo circondati da chi ci fa sentire a casa siamo veramente felici ed appagati.
In fondo ci si pone una semplice domanda: “Se troppi soldi non servono ad essere felici, per quale motivo dovrei lavorare così tanto? Potrei lavorare la metà, vivere con pochi soldi evitando di comprare tutto il superfluo, e godermi veramente la vita, liberandomi dalla schiavitù del lavoro”.
In fondo lo studio dimostra proprio questo che: Superata una certa soglia, pare, la felicità diminuisce e questo accostamento si traduce in uno stato di infelicità. Si dice che i soldi non possono comprare la felicità, ma certo un buono stipendio aiuta a vivere sereni.
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