Soddisfare le esigenze termiche ed elettriche degli edifici privati e commerciali attraverso l’uso di energia rinnovabile, gratuita e pulita.
Questo è il proposito per il quale è stato concepito il progetto-Dynamo da parte dell’azienda toscana Verde21, una start up innovativa fondata nel 2013 dai tre soci Amerigo Della Pina, Simone Olivetti e Marco Simonetti sui valori dell’innovazione, del rispetto per l’ambiente e della sostenibilità economica.
Dopo due anni di ricerche e sviluppo Verde 21 ha infatti messo sul mercato un prodotto, Dynamo, in grado di rivoluzionare il concetto di produzione e accumulo di energia, basato su una tecnologia che combina intelligentemente i flussi energetici del sole, del terreno, dell’acqua e dell’aria per raggiungere la massima efficienza e la piena indipendenza.
Grazie al suo sistema multi sorgente a impatto zero, la macchina rappresenta una soluzione funzionale per ottenere le migliori performance, annullando però, allo stesso tempo, i costi di approvvigionamento e abbattendo l’impatto ambientale.
«Presto – spiega Amerigo Della Pina, Ceo di Verde 21 – apriremo uno showroom a Salisburgo, per il mercato austriaco e tedesco. Poi andremo in Cina, grazie ad una collaborazione con l’università di Pisa, ed anche nell’Africa australe, specificatamente in Botswana, per il mercato delle strutture turistiche. Lì non ci sono né rete elettrica né metano e con uno dei nostri modelli potremo risolvere il problema».
Ma c’è anche un altro aspetto che mostra come questo totem completamente integrato e modulare sia una invenzione concepita per essere un mix fra filosofia, design e fonti rinnovabili. La parola “Dynamo”, infatti, viene dal greco antico (da dynamai che vuol dire “poter fare”) e la sua stessa forma trae origine dallo studio dei solidi platonici, ovvero i cinque poliedri rappresentanti ciascuno un elemento naturale.
«Siamo in Italia, la patria del design industriale, ma per quanto riguarda le fonti rinnovabili, nessuno ha mai pensato di dare un’estetica accattivante ad una sorgente di energia – sottolinea Amerigo Della Pina –. Dynamo comunica sensibilità green, è totalmente progettata e realizzata in Italia, inoltre può essere utilizzata come unità off-grid oppure inserita in un sistema grid-connected. L’impianto stesso è un espressivo e originale mezzo di comunicazione che può integrarsi in ogni contesto di pregio “rappresentando” modernità e attenzione per l’ambiente».
Verde 21 ha intenzione di creare ben sedici versioni di Dynamo, a seconda delle esigenze e per tutte le tasche. Il prezzo? Dai 28 ai 250 mila euro. Nell’attesa i modelli disponibili sul mercato sono al momento il D12 e il D6. Il primo, definito anche Il Quinto Elemento, è un solido dodecaedrico che utilizza i quattro elementi naturali per fornire energia elettrica e termica alle utenze. Mentre l’altra versione è chiamata anche Il Cubo ed è un solido cubico che riesce a produrre e accumulare energia termica ed elettrica attraverso il solo utilizzo di fonti rinnovabili.
E grazie ad un equity crowdfunding col portale Starsup, vigilato dalla Consob, sono stati già raccolti altri 230 mila euro, frutto dell’ingresso di cinquanta nuovi soci. Tra questi anche la Banca Popolare Etica di Padova e l’azienda livornese Lu.Mar, specializzata in impiantistica e braccio operativo di Dynamo. Queste ultime si sono aggiunte alla Bcc di Castagneto Carducci, prima realtà ad ospitare nella propria sede direzionale un Roof Cube.
«Siamo orgogliosi – conclude l’amministratore delegato di Verde 21, Amerigo Della Pina – di aver potuto rappresentare per ben due volte nelle ultime settimane, sia in Toscana che in Emilia, le aziende che fanno innovazione in tema di energia sul Treno Verde con Legambiente e Ferrovie dello Stato. Ma non vogliamo porci dei limiti, siamo determinati a portare Dynamo in tutti e cinque i continenti”.
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