Se il suo modello di business è in discussione e le polemiche l’assediano, ben vengano discussioni e polemiche. Potrebbe essere questo il messaggio, tradotto in parole, delle cifre dell’ultimo bilancio trimestrale di Facebook: il re dei social network è volato oltre ogni attesa, dimostrando con la marcia di utili e fatturato che tra il dire – accuse di violazione della privacy e fake news ha guadagnato quasi 12 miliardi di dollari.
Il caso Cambridge Analytica rappresenta la più grande crisi di Facebook dalla sua nascita. Non essendoci al momento implicazioni giuridiche accertate si tratta di una crisi soprattutto d’immagine, che investe la percezione che utenti e non hanno del social network più grande del pianeta e del suo creatore. In sintesi l’errore di Zuckerberg è stato quello di aprire eccessivamente, fino al 2014, le API della piattaforma a sviluppatori indipendenti, che in alcuni casi hanno abusato di questa possibilità, arrivando a costruire profili da usare per finalità di marketing (anche politico), non consentiti dai termini di servizio. Ora che il vaso di Pandora è stato scoperchiato la multinazionale reagisce come un animale ferito, facendo una serie di scelte che stanno avendo conseguenze rilevanti su altre aziende dell’ecosistema e sugli utenti.
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I profitti di Facebook aumentano
L’ incubo di Facebook su Cambridge Analytica – in cui una società di dati britannica avrebbe divulgato informazioni illecite su milioni di utenti di Facebook – potrebbe aver scosso la società, ma i profitti dell’azienda sembrano dire altro. Infatti, se guardiamo solo agli ultimi guadagni della società, si potrebbe effettivamente pensare che lo scandalo abbia aiutatoFacebook.
Per il momento la società non risente quindi dello scandalo iniziato con la rivelazione dell’utilizzo improprio dei dati personali di decine di milioni di utenti, anche se è troppo presto per vedere i risultati di una forte mobilitazione a livello mondiale contro le pratiche spregiudicate della società guidata da Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg.
Sono numeri da capogiro quelli annunciati da Facebook in occasione della pubblicazione dei risultati fiscali del primo trimestre del 2018: sarebbero 1,45 miliardi, infatti, gli utenti su base giornaliera del popolare social network. L’azienda in tale periodo è riuscita a fare registrare un fatturato totale di 11,97 miliardi di dollari (con un aumento del 49% rispetto all’anno precedente), dei quali 11,80 miliardi di dollari generati grazie alla pubblicità (+50% rispetto al medesimo periodo del 2017).
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Facendo eco alla sua testimonianza su Capitol Hill, all’inizio di aprile, Zuckerberg ha osservato che Facebook ha “la responsabilità di mantenere la comunità al sicuro” e ha riconosciuto che la società non ha fatto abbastanza per impedire che gli strumenti di Facebook vengano dirottati. Ma “abbiamo anche la responsabilità di andare avanti”, ha detto.
E su questo fronte, Facebook è più dominante che mai. Oltre ad aumentare le entrate di uno sconcertante 50 percento rispetto allo scorso anno, la crescita degli utenti è aumentata del 13 percento. E, nel caso in cui qualcuno fosse preoccupato che gli inserzionisti potrebbero lasciare Facebook per le preoccupazioni in corso, il COO Sheryl Sandberg ha confermato che la società non aveva osservato una “tendenza significativa” degli inserzionisti in partenza. Facebook ha inoltre reso noto che gli utenti su base mensile si aggirano intorno a 2,20 miliardi e che nel primo trimestre del 2018 il fatturato pubblicitario mobile ha rappresentato circa il 91% di quello totale.
Non ha nascosto la propria grande soddisfazione Mark Zuckerberg, fondatore e CEO di Facebook, il quale ci ha tenuto a precisare che nonostante le sfide importanti, nel 2018 la community e il business del social network sono partiti alla grande, aggiungendo che bisogna continuare a costruire nuovi strumenti per aiutare le persone a connettersi e “avvicinare il Mondo”.
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