Il presidente USA Donald Trump ha ordinato la creazione di una task force per rivedere le pratiche commerciali presso l’United States Postal Service (USPS), una mossa che potrebbe influenzare uno dei “nemici” preferiti del numero 1 della Casa Bianca, Amazon. Perché Donald Trump ce l’ha con l’azienda guidata da Jeff Bezos? In una serie di messaggi Twitter, Trump ha accusato Amazon di “prosciugare” il servizio postale di denaro che non può permettersi di perdere. Gli attacchi prolungati di Trump a una delle più grandi società del mondo hanno danneggiato il prezzo delle azioni di Amazon e sollevato interrogativi sull’interferenza del governo nel settore privato.
Secondo Trump le poste americane sono in crisi per colpa di Amazon
“L’USPS si trova su un percorso finanziario insostenibile e deve essere ristrutturato per evitare un piano di salvataggio finanziato dai contribuenti”, così si è espresso testualmente Trump in un ordine presidenziale diffuso nel pomeriggio di ieri. L’ordine richiede un esame dei prezzi, delle politiche e dei costi della forza lavoro del servizio postale federale americano, l’USPS appunto. Il servizio postale americano ha perso più di 65 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni, dato che gli americani trasmettono sempre più messaggi online, secondo l’ordine esecutivo. La task force sarà guidata dal segretario del Tesoro Steven Mnuchin o da un suo designato. Un funzionario della Casa Bianca ha detto a Bloomberg che l’ordine presidenziale era inteso a fornire soluzioni ai problemi del servizio postale e non ad “attaccare” qualcuno in particolare. Il funzionario non ha negato che le raccomandazioni della task force potrebbero influenzare Amazon, che ha accordi importanti e convenienti (per lei) con l’USPS. Un secondo funzionario della Casa Bianca ha contestato l’idea che l’ordine fosse diretto su Amazon e ha anche affermato che la task force era incaricata di migliorare il servizio postale. Amazon non ha, per ora, commentato. Trump ha affermato che Amazon sta “costando ingenti somme di denaro al Servizio Postale degli Stati Uniti, che le fa da fattorino”, una situazione che mette “molte migliaia di rivenditori fuori dal mercato”. Ha ripetuto l’affermazione secondo cui il servizio postale perde in media 1,50 dollari per ogni pacchetto che consegna per Amazon e ha detto che “solo i pazzi o peggio” possono ritenere che l’USPS guadagni dal fare affari con Amazon. Il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, possiede anche il Washington Post, che ha sempre trattato aggressivamente l’amministrazione Trump. Da quando nel 2013 è stato siglato un importante contratto quinquennale per la consegna dei pacchi, Amazon e il servizio postale USA hanno dichiarato il loro rapporto commerciale un successo, sebbene i termini del contratto siano riservati.
La questione “ultimo miglio”
L’USPS dice dice di guadagnare grazie all’accordo con Amazon e che è legalmente proibito addebitare a chi fa la consegna meno dei costi di questa. Le entrate dell’e-commerce forniscono “un supporto essenziale per pagare la rete e l’infrastruttura che ci consente di adempiere ai nostri obblighi di servizio universale”, ha scritto David Partenheimer, portavoce del servizio postale, in un editoriale dello scorso gennaio, rimarcando che questo va a beneficio di “tutti gli utenti della posta”. Amazon utilizza regolarmente il servizio postale per completare il cosiddetto “ultimo miglio” di consegna, con i corrieri che lasciano i pacchetti presso circa 150 milioni di abitazioni e aziende ogni giorno. L’azienda dispone di una rete di 35 “centri di smistamento” in cui i pacchetti dei clienti sono ordinati per codice postale, impilati su pallet e consegnati agli uffici postali per la consegna finale. “Amazon ha i soldi per pagare il prezzo equo all’USPS, che sarebbe molto più di quello che stanno pagando ora”, ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca all’inizio di questo mese. “Amazon dovrà pagare molto più denaro alle poste americane, non c’è dubbio su questo.” L’ordine esecutivo richiede che la task force esamini “l’espansione e il prezzo del mercato della consegna dei pacchi e il ruolo di USPS nei mercati competitivi”.
Chi stabilisce le tariffe del Servizio Postale
Non è chiaro quale effetto avrebbe infine la task force, poiché la maggior parte delle modifiche alla struttura aziendale del servizio postale federale richiederebbe una nuova legislazione. L’USPS è infatti un’organizzazione indipendente e le sue tariffe postali sono stabilite da una commissione. La task force esaminerà le questioni che sono state studiate per anni da diversi organismi governativi che hanno già emesso raccomandazioni e relazioni incentrate sulla stabilità finanziaria del servizio postale.
Ad esempio, l’ordine esecutivo di Trump richiede che la task force riveda la definizione di obbligo di servizio universale, che è un mandato liberamente definito per il servizio postale per fornire un servizio a prezzi accessibili a tutti i clienti. L’ufficio dell’ispettore generale del servizio postale ha pubblicato una relazione nel 2014 con raccomandazioni per ridefinire l’obbligo nell’era digitale. Nel 2016, lo stesso ufficio ha pubblicato un rapporto con raccomandazioni per il finanziamento del mandato. La task force dovrà presentare una relazione al presidente entro 120 giorni con raccomandazioni per “riforme amministrative e legislative”, questo secondo il testo dell’ordine diffuso ieri.
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