Con l’uscita di Mario Nava dalla Consob si apre a un nuovo valzer di poltrone nelle Authority. L’intenzione del governo sarebbe quella di cogliere l’occasione della scadenza del presidente dell’Antitrust a fine ottobre per varare un pacchetto di nomine. L’orientamento dovrebbe portare una persona di fiducia dei Cinque Stelle ai vertici di Consob e una figura gradita alla Lega alla guida dell’Antitrust, insomma una perfetta spartizione tra le due forze di maggioranza, esattamente come hanno fatto finora per tutte le questioni di questo tipo. Quanto ai candidati un orientamento preciso ancora non c’è: per la Consob per ora circola il nome di Filippo Maria Berruti, attuale commissario, poco incline a condividere impostazione e strategia volute da Nava.
Meno probabile sembrerebbe la candidatura del procuratore di Milano, Francesco Greco, anche per non dare l’impressione di un’impostazione “giustizialista” della Consob. Intanto da oggi, venerdì 14 settembre, la professoressa Anna Genovese, componente della Commissione con la maggiore anzianità di istituto, assume l’incarico di presidente vicario della Consob, subentrando al presidente dimissionario Mario Nava. Lo ha ufficializzato una nota dell’authority di vigilanza sulla Borsa e il mercato finanziario.
Mario Nava si era dimesso dalla presidenza della Consob dopo le pressioni della maggioranza di governo affinché mettesse in regola la sua posizione rispetto al comando per ragioni di servizio concesso dalla Commissione europea oppure si dimettesse con “un gesto di sensibilità istituzionale”. Le dimissioni sono state accettate dal collegio nel corso di una riunione convocata d’urgenza. Nava, dopo aver deciso di lasciare l’incarico, è voluto tornare a Bruxelles.
“La Commissione – scriveva Consob in una nota a margine delle dimissioni- preso atto della irrevocabilità della decisione, ha accettato le dimissioni con decorrenza da oggi e ne ha dato comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri”.
“La Commissione esprime rammarico per la decisione del Presidente Nava e gratitudine e apprezzamento per il lavoro sin qui svolto”. Poi le dichiarazioni di Nava stesso: “La questione legale della mia posizione amministrativa è stata decisa e validata da ben quattro istituzioni, Commissione europea, Presidenza del Consiglio, Presidenza della Repubblica e Corte dei Conti, e non necessita miei commenti ulteriori. La questione è quindi solo politica… La richiesta di dimissioni per ‘sensibilità istituzionale’ da parte dei quattro capigruppo di Camera e Senato dei due partiti di maggioranza sono un segnale chiaro e inequivocabile di totale non gradimento politico. Il non gradimento politico limita l’azione della Consob in quanto la isola e non permette il raggiungimento degli obiettivi sopra ricordati”.
Di Maio aveva detto subito dopo: “Vi prometto che nomineremo un servitore dello Stato e non della finanza internazionale. Volteremo pagina assicurando alla Consob un presidente che possa esercitare pienamente e liberamente il suo ruolo”.