Quanto costano allo Stato le scorte ai politici? Non c’è trasparenza su questo, nonostante da anni da più parti la si chieda. E nonostante il taglio agli sprechi della politica sia stato un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni. A decidere le scorte poi non è il Ministro dell’interno direttamente, ma l’Ucis, l’Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza creato nel 2002 subito dopo l’uccisione del giuslavorista Marco Biagi a cui la scorta era stata revocata. Questo ufficio raccoglie e valuta le informazioni sulle situazioni personali a rischio, che a loro volta sono state messe insieme dalle varie forze di polizia e di intelligence. Sulla base delle informazioni raccolte a livello locale, i Prefetti inviano all’Ucis le loro proposte per assegnare la scorta a qualcuno, oppure per revocarla o modificarla. L’Ucis decide quindi su segnalazione dei Prefetti che a loro volta rispondono al Ministro dell’interno. Ma il punto è un altro: sono necessarie proprio tutte le scorte attualmente assegnate a politici, ex politici, imprenditori, sindacalisti, esponenti del mondo della cultura? Evidentemente sì, perché sono state tutte oggetto della valutazione di cui sopra.
Sono circa seicento le persone sotto protezione in Italia. La categoria più protetta è quella dei magistrati, che conta 267 assegnatari di una scorta. Segue quella degli “esponenti politici nazionali e locali”, composta di 74 persone. Pensavate di più vero? No, sono i politici sotto scorta sono solo 74 ma di questo elenco non fanno parte i membri attuali ed alcuni ex membri del governo, 28 in tutto. Ad esempio, quando ci fu la polemica sulla revoca della scorta allo scrittore Roberto Saviano, reo di aver insultato il Ministro dell’interno Matteo Salvini, Graziano Delrio, ex Ministro dei trasporti con Gentiloni si rese disponibile a “cedere” la sua scorta all’autore di Gomorra. In questo momento quindi tutti i Ministri e i loro predecessori per un certo periodo (almeno uno o due anni) sono assegnatari di una scorta. Tra gli scortati ci sono poi dirigenti ministeriali e della pubblica amministrazione, perlopiù capi di gabinetto dei ministeri più importanti e capi dipartimento alla guida di strutture delicate per la sicurezza nazionale. Se tra i “politici” vogliamo annoverare anche i capi dei Sindacati nazionali, ecco, anche loro sono scortati.
Tutto il sistema delle scorte, secondo un rapporto che risale a luglio 2018, impiega 2070 persone tra appartenenti alla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza ed alla Polizia Penitenziaria. Quanto costa? Il calcolo come abbiamo detto non è mai stato fatto. L’unico calcolo attendibile risale proprio ai mesi successivi all’omicidio di Marco Biagi, nel 2002. L’allora Ministro dell’interno Claudio Scajola davanti al Parlamento quantificò la spesa per le scorte in 250 milioni di euro all’anno. Da allora, però, i costi dovrebbero essere diminuiti. L’attuale presidente del consiglio Giuseppe Conte ha chiesto di ridurre da tre a due le auto di scorta previste nel massimo livello di protezione, generando così ulteriori risparmi (mai quantificati però).
Tra i politici scortati, tra molti famosi figurano anche nomi insospettabili. Insospettabili nel senso che nessuno di buon senso penserebbe mai siano stati minacciati o siano sotto minaccia adesso. Un esempio? Maurizio Gasparri, che dispone di una scorta di 3° livello, auto blindata quindi. Poi per restare sempre dentro a Forza Italia tra gli scortati ci sono anche Nunzia De Girolamo e Gianfranco Rotondi, che non ricordiamo aver ricoperto incarichi a rischio. Spostandoci a sinistra troviamo Piero Fassino, Massimo d’Alema e l’ex ministro delle riforme Maria Elena Boschi. Incredibilmente nell’elenco degli scortati non c’è il Capo della Polizia, il prefetto Franco Gabrielli. Già, ma sarebbe il colmo se la Polizia non vigilasse sulla sicurezza personale del suo capo. E Matteo Salvini? Ovviamente, da Ministro dell’interno e vicepremier dispone di una scorta. Nel 2015, quando era un “semplice” Europarlamentare, secondo Il Fatto Quotidiano aveva una scorta di 30 persone per un costo di circa 120 mila euro al mese. Oggi invece non è possibile quantificarne il costo.
Il meccanismo di assegnazione della scorta non è perfetto e ha portato sicuramente a qualche stortura negli anni, non solo in eccesso ma anche in difetto. Inoltre, come abbiamo visto, gli scortati sono molti altri oltre ai politici. Solo nella categoria dei giornalisti troviamo nomi di spicco come quello del direttore della Verità Maurizio Belpietro, il direttore di Repubblica Mario Calabresi, il direttore della Stampa Maurizio Molinari, l’ex direttore di Libero Vittorio Feltri, il direttore del Giornale Alessandro Sallusti e il conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa.