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“I gay sono istigati dal diavolo. E basta aborto”. Le tesi del guru della Lega

Cosa c’entra la Lega Nord di Matteo Salvini con Burke, il cardinale anti Bergoglio? E perché anche questa ala estremista del cattolicesimo stringe patti con il movimento populista dell’ex stratega della Casa Bianca, Steve Bannon? La faccenda è complessa. Partiamo dal ministro Lorenzo Fontana, leghista di ferro, che dopo qualche giorno di governo aveva annunciato la sua volontà di “smantellare” le leggi sui diritti civili volute dai governi precedenti, come se fossero roba del diavolo. Per non parlare del suo odio e delle sue dichiarazioni verso gli omosessuali. Ogni mattina lui, il ministro Fontana, segue la messa in latino, come si celebrava prima della riforma voluta dalla Santa Sede dopo il Concilio Vaticano II.

Don Vilmar Pavesi è il consigliere spirituale del ministro Fontana. Fidatissimo parroco della Lega , ora officia nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma, dove prende la messa in latino proprio il titolare del dicastero della famiglia. L’Epresso ha incontrato il sacerdote dopo l’omelia. Che con il sorriso sulle labbra ha pronunciato le sue sentenze. Contro le donne, i migranti, l’aborto, il divorzio e le coppie gay. Tutti ingredienti squisitamente leghisti e molto cari al ministro Fontana.

Terminata la solenne liturgia, si dirige dentro la sacrestia e incontra la sua guida spirituale, nonché consigliere fidato, don Vilmar Pavesi. Questo sacerdote, vestito con la tunica nera, per anni ha animato la vita politica veronese, benedicendo sedi di partito del Carroccio e lanciando castighi divini ogni volta che gli veniva impedito di celebrare cerimonie reazionarie. Il prete pronuncia le sue sentenze terribili protetto da un sorriso che non si spegne mai. “In questa Chiesa vengono solo uomini perché ci vuole uno sforzo mentale per seguire la messa in latino”. E ancora: “I gay? Sono istigati dal diavolo, dietro ogni peccato di sensualità e lussuria c’è la mano del maligno”.

Per don Pavesi l’aborto diventa un crimine, la civiltà necessita di una nuova alleanza tra trono e altare, bisogna tornate agli antichi regni italici e i migranti “non mi sembra scappino dalle guerre”. Parole che lasciano perplessi, ancor di più se pronunciate da un prete che dovrebbe gridare dignità, perdono e carità, ma parla solo di gerarchia, dipendenza e legame. Di questo padre brasiliano, amico non solo di Fontana ma anche di Matteo Salvini, non si è saputo nulla, eppure la sua chiesa, la santissima Trinità dei Pellegrini, è frequentata da politici di spicco e da quei porporati che mettono in discussione il pontificato di Francesco.

Il governo della Reazione torna al passato, guarda indietro e attacca i diritti. Una vera e propria crociata capitanata dal ministro leghista della famiglia Lorenzo Fontana, che assalta il divorzio, l’aborto, le unione gay. Dietro di lui una rete di preti che dicono la messa in latino. Cardinali tradizionalisti e americani vicini al guru trumpiano Steve Bannon. Uomini di chiesa, come il consigliere spirituale (e politico) di Fontana, che invoca una nuova alleanza trono-altare, considera gli omosessuali guidati dal demonio e le donne incapaci di concentrarsi. Gli antimoderni all’assalto dell’Italia e dell’Europa, un vero e proprio movimento reazionario che ha deciso di guardare al passato.

L’internazionale sovranista ha quindi, nel cuore di Roma – tra madonne, crocifissi ed evangelisti – uno dei suoi nascosti punti di riferimento. Una rete che comprende il cardinale Raymond Leo Burke, il segretario di Ratzinger, Georg Ganswein e l’ultracattolico Steve Bannon, intenzionato a dirigere l’Europa. Intrighi, accademie finanziate con soldi che arrivano da oltreoceano e un passato che rende chiaro il futuro. Forse è ora che il popolo – l’altro popolo, non di certo questo – torni a svegliarsi.

 

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