Va sempre così, ma in questa legislatura in modo particolare, perché stavolta le promesse sono davvero insostenibili: Lega e Movimento 5 Stelle vincono le elezioni promettendo la luna, poi capiscono (facciamo finta di credere che non lo sapessero da prima) che tutto è praticamente irrealizzabile e allora arriva l’attacco ai tecnici dei ministeri. È successo in questi giorni, puntando il dito sul Ragioniere Generale dello Stato Daniele Franco, diventato ora bersaglio dell’ormai consueto attacco grillino che mette subito in moto la macchina del fango. L’idea di fondo è che l’amministrazione pubblica remi contro il governo di turno.
Lo scopo del funzionario pubblico (sopratutto se sei il Ragioniere Generale dello Stato), però, è in realtà quello di presentare opzioni di lavoro per permettere alla politica di fare scelte informate su quello che si può o non si può fare sulla base di vincoli. Un paese che ha un debito pubblico che supera ampiamente la ricchezza nazionale prodotta, dinamiche demografiche non favorevoli alla crescita di lungo periodo, e tassi di interesse che tendono all’aumento è un paese dove anche un decimale di deficit pubblico in più può rendere i risparmiatori-investitori più scettici.
Ma chi è Daniele Franco? E perché ora si parla di lui come l’unico che può mettere un freno sulla manovra del governo? Nel sempre più nervoso braccio di ferro tra governo e ministero dell’Economia, chi rischia di farne le spese è il Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, rimasto quasi l’ultimo argine alle pretese dei ministri grillini in barba a ogni logica di bilancio. L’economista con un master alla New York University, in questi giorni continua a ripetere: “Me lo devono solo dire, e il giorno dopo sono sulle Dolomiti”. Questo la dice lunga su come stiano andando le cose…
Rispetto agli altri Paesi europei, la figura del ragioniere generale dello Stato ha la particolarità non solo di valutare il costo di ogni singola misura, ma ha anche il potere di fermala in totale autonomia. Una bozza di Finanziaria, senza il timbro di Franco non va da nessuna parte. Daniele Franco è nato a Trichiana (Belluno) il 7 giugno 1953. Nel 1977 ha conseguito la Laurea in Scienze politiche presso l’Università di Padova, nel 1978 il Master in organizzazione aziendale presso il CUOA di Padova e, nel 1980, il Master of Science in economia presso l’Università di York.
Tra il 1979 e il 1994 è stato al Servizio Studi della Banca d’Italia. Dal 1994 al 1997 è stato Consigliere Economico presso la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea. Tra il 1997 e il 2007 è stato capo della Direzione Finanza Pubblica del Servizio Studi della Banca d’Italia. Dal 2007 al 2011 è stato capo del Servizio Studi di struttura economica e finanziaria della Banca d’Italia. Dal 2011 al 2013 è stato Direttore centrale dell’Area Ricerca economica e relazioni internazionali e ha rappresentato la Banca d’Italia in audizioni parlamentari e in comitati e gruppi di lavoro costituiti presso istituzioni italiane e organismi internazionali.
Dal 1999 al 2007 ha presieduto il Gruppo di lavoro di finanza pubblica del Sistema Europeo di Banche Centrali. Ha tenuto corsi presso le Università di Bergamo e Trieste, l’Università Cattolica di Milano e la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Dal 20 maggio 2013 è Ragioniere generale dello Stato. Insomma, tendenzialmente, anche solo confrontando i curricula, forse è meglio fidarsi di lui che delle sparate di Di Maio e Salvini.