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“Pronto a staccare”. Di Maio minaccia ancora, Tria replica. Governo a rischio

Tria alza le barricate e attacca il governo. Luigi Di Maio, uno dei due azionisti di maggioranza dell’esecutivo giallo verde, continua a martellare dicendo che la soglia del 2% che fotografa il rapporto tra deficit e Pil non è un tabù. Dall’altra parte il ministro dell’Economia Giovanni Tria replica in modo secco e istituzionale: “Ho giurato nell’esclusivo interesse della Nazione”, da leggere come: “Quindi non la manderò allo sbando con le vostre politiche irresponsabili”. Se il conto alla rovescia per aggiornare il Def, ovvero il Documento di economia e finanza, è iniziato da giorni, il braccio di ferro sulle risorse da destinare alla copertura delle misure della manovra economica, in queste ore di incontri e trattative frenetiche è diventato ancora più “all’ordine del giorno”.

Di fronte alle parole di Di Maio, che esortano ad andare oltre l’asticella del 2%, Tria ha sottolineato che “non c’è crescita nell’instabilità. Si parte ora dalle imprese, negli anni successivi affronteremo il problema irpef” – ha annunciato -. Il primo anno l’intervento fiscale sarà a favore delle imprese medie e piccole, sotto la targhetta di flat tax”.

E ancora: “Siamo partiti da previsioni di finanza pubblica cui c’era stato l’accordo con l’Europa – ha ricordato Tria – e questo accordo si basava su un forte aumento della pressione fiscale con le clausole di salvaguardia. Quindi il primo problema è affrontare questo punto è impedire l’aumento dell’Iva. Poi si entra in quello che si può fare ancora per ridurre la pressione fiscale e su questo ci stiamo muovendo”.

Il ministro ha annunciato che i saldi di bilancio saranno comunicati domani: “Domani saranno presentati i famosi saldi”, ha detto, annunciando che la Nota di aggiornamento al Def arriverà come previsto domani entro la scadenza ufficiale del 27 settembre. La questione, ha aggiunto, è “come mantenere i conti in ordine e favorire la crescita economica. Questo il programma che si sta mettendo a punto. Nella prossima manovra ci saranno interventi per affrontare il problema sociale, come il reddito di cittadinanza per permettere più facilmente le trasformazioni del tessuto produttivo che creano problemi transitori nel tessuto sociale”.

“Le polemiche con l’Europa non hanno senso. Dobbiamo continuare ad avere la fiducia di coloro che vogliono sottoscrivere il nostro debito e di coloro che vogliono consumare. Se si crea incertezza nessuno investe e nessuno consuma. Se pensano che ci sarà un disastro dovremo restituire i soldi investiti”.

La conclusione di Di Maio allarma governo e maggioranza: “Va da sé che se la manovra non è coraggiosa il Movimento non la vota”. Il governo cade sull’1,6%?

 

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