Tutta colpa delle sofferenze. Pari a 9,7 miliardi di euro (l’8,7% circa dei 111 miliardi di euro di crediti totali della banca), i crediti deteriorati del Monte dei Paschi di Siena sono lo scoglio principale da superare, per poter ricominciare a navigare in acque più tranquille.
Il consiglio di amministrazione è alla ricerca di un partner specializzato per la loro gestione esternalizzata. Entro il 2018, tramite una piattaforma di recupero dei crediti, la banca della città del Palio dovrebbe riuscire a cedere 5,5 miliardi euro di sofferenze.
La Banca centrale europea preme per una stabilizzazione di Mps, ma finora la ricerca di un partner affidata da Citigroup e a Ubs non ha sortito alcun risultato concreto. E’ di ieri, però, la notizia – riportata da Affari & Finanza di Repubblica – di una operazione di sistema con Cassa depositi e prestiti e Intesa Sanpaolo. A dire il vero, Cdp ha vincoli statutari importanti che vietano l’intervento in situazioni societarie critiche o in condizioni di fallimento, oltre al problema di rivedere tutto il proprio portafoglio aziendale. Un intervento della Cdp nello smaltimento delle sofferenze di Mps potrebbe invece essere meno difficile. Sul fronte Intesa Sanpaolo arriva immediata la smentita dell’ad Carlo Messina. Siamo ancora lontani, dunque, da una stabilizzazione vera e propria che sembra dover passare per un passaggio intermedio per smaltire le sofferenze.
Mps, in forte rialzo
Ieri Mps vola a +10,24%, dopo un rialzo di venerdì di 8 punti percentuali. Oggi il titolo segna un rialzo del dell’1,42%, portandosi oltre i 64 centesimi, ben lontano dei minimi storici del 12 febbraio scorso a 42 centesimi. E’ evidente l’influenza dei rumor su possibili interventi del governo o di Banca Intesa. Gli speculatori sono pronti a scommettere su un’imminente operazione straordinaria, facendo così risalire il titolo. Inoltre, l’interesse del governo a salvare la banca toscana è più che giustificato: lo Stato possiede infatti il 4% circa del capitale di Mps, eredità dei Monti bond.