Per molti, in fondo, la strategia era chiara fin dall’inizio. Affidare a Di Maio la tempesta del post elezioni per evitare di bruciare il vero leader del Movimento, Alessandro Di Battista. Ed ecco qua che dopo l’autoesilio in Sud America per stare lontano dai riflettori e tornare in patria da politico vergine e al tempo stesso maturo, Dibba annuncia il grande ritorno. Di Maio, inizia a fare le valigie. “Tornerò presto. Ho voglia di tornare e di dare una mano”. Queste le sue parole, e in effetti ne sentiamo tutti il bisogno di una sua mano…
Mentre in Italia il M5S ha appena incassato il successo del varo del reddito di cittadinanza già ad aprile del prossimo anno, Alessandro Di Battista dal Guatemala annuncia il suo rientro nella politica. “Qualche giorno fa dall’Italia dei gruppi di estrema di sinistra hanno iniziato una campagna contro di me definendomi fascista e contattando delle organizzazioni latino americane dicendogli: attenzione che c’è questa persona che si spaccia di sinistra ma in realtà è un pericoloso squadrista”, ha spiegato l’ex parlamentare grillino.
“Io non mi spaccio minimamente come uno di sinistra, ho sempre votato a sinistra prima del M5s ma sono categorie fine settecentesche”, ha aggiunto. “Oggi la battaglia del futuro non è tra destra e sinistra ma tra chi vuole riprendersi fette di sovranità e tra chi ci vuole sudditi delle banche, della Bce, del Fmi. Sudditi delle notizie che scrivono certi cialtroni della stampa”. È un fiume in piena, la “chiacchiera” l’ha addirittura incrementata: “A me questa campagna mi ha fatto male perché mi sono fatto il mazzo tanti anni qui, ho rinunciato a una barca di soldi. Chiedete a loro se lo fanno? No, però arrostiscono salamelle alla festa dell’Unità”.
Di Battista attacca poi i partiti italiani di sinistra, in particolare il PD, ovviamente, il suo cavallo di battaglia: “Non sono del PD perché sono passato dal dire al fare e non vi vota più nessuno. Io credo che la sinistra, per quel che resta – dice ancora Di Battista – stia proprio morendo di arroganza. Interessa dire guardate che costui non è uno di sinistra, non è dei nostri. Ma così morite, scomparite, lo dico anche con dispiacere perché dovrebbe esistere una opposizione”.
“Questi rimasugli, queste frattaglie di sinistra provano a proteggere un orticello sempre più morente – aggiunge -. Restate in quattro gatti. Potete fare qualche numero su internet grazie a me, ma le vostre battaglie politiche perdono di efficacia”. Dei picchi di ego e narcisismo che non si vedevano dai tempi del Re Sole. “Chi si professa di sinistra – prosegue- anziché essere contento che per la prima volta dopo tanti anni si fa una manovra che non toglie a qualcuno ma cerca di redistribuire qualcosa, anziché gioire devono andargli contro a prescindere perché è la proposta dei 5 Stelle”.
Mentre qualcuno gli fa notare che questa manovra toglie, eccome se toglie. È tutta in debito, un debito che pagheranno le generazioni future, le quali non lavoreranno perché nella manovra loro spendono i fondi per dare sussidi e assistenzialismo invece di creare nuovi posti di lavoro. Insomma, Dibba è in forma, sta tornando, prepariamoci. La vera salvezza sarà lui, con un tripudio di “io, io, io”. Quello che ci voleva all’Italia per l’affondo definitivo dopo il lavoro di traghettatore di Di Maio. E Gigino? Poveretto, ci si stava quasi abituando a far finta di contare qualcosa come primo prestanome della Casaleggio Associati…