Le dichiarazioni dei principali esponenti di Bruxelles, dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, al commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici, secondo il M5S, sono diffuse ad arte per spaventare i mercati, facendo in modo che lo spread salga non tanto per danneggiare l’Italia quanto per danneggiare un governo a loro inviso. “L’Europa scatena lo spread per far cedere il governo”, titola stamane “Il Fatto quotidiano”, mentre “La Verità” accusa “gli stregoni dello spread”. I giornali vicini al governo e in particolare al Movimento Cinque Stelle rilanciano le denunce diffuse dai portavoce del partito, secondo i quali la Commissione Europea fa “terrorismo sui mercati”.
L’idea che però nel mercato ci siano dei manovratori occulti dello spread che lo fanno salire e scendere a piacimento è priva di fondamento. Lo spread è il differenziale tra il rendimento dei titoli del tesoro decennali tedeschi e quelli italiani. Se il rendimento è uguale non c’è alcuno spread, e significa che il mercato, gli investitori, valutano in eguale misura l’economia e l’affidabilità dei due Paesi.
Se, come in questo momento, i rendimenti dei Btp italiani salgono, superando di gran lunga quelli dei Bund tedeschi, è perché si hanno timori sul futuro del nostro Paese, e si teme che i rischi della nostra economia possano influire sul rimborso dei titoli di Stato alla scadenza. Se un Paese è percepito come estremamente affidabile, vende con facilità i propri titoli del debito pubblico, e i rendimenti sono bassi. Se un Paese è percepito come a rischio, deve allettare gli investitori con rendimenti alti dei propri titoli di Stato.
Le conseguenze sono disastrose per i conti pubblici: gli interessi alti fanno salire ancora di più il debito pubblico, e mettono in difficoltà le nostre banche, che hanno un ampio portafoglio di titoli di Stato. È quello che in questo momento sta succedendo ai titoli di Stato italiani. La manovra viene percepita come rischiosa, il deficit al 2,4% potrebbe portare a un aumento del debito pubblico e a difficoltà dell’economia, che inevitabilmente si ripercuoterebbero sulle capacità di rimborso dei titoli di Stato, per non parlare delle conseguenze di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles, o peggio ancora di un’uscita dall’euro con un ritorno a una valuta inevitabilmente più debole come la lira.
E quindi i rendimenti crescono: succede ogni volta che ci sono rischi legati al futuro di un Paese. È vero quindi che le dichiarazioni dei principali esponenti Ue allarmano i mercati, e che questo influisce sullo spread. Non è vero però che le dichiarazioni siano diffuse allo scopo di far apparire meno affidabili i nostri titoli di Stato, e far salire il differenziale tra Btp e Bund. La Commissione Ue ha tra i compiti principali quello di fare in modo che i Paesi membri rispettino le regole, a cominciare da quelle di bilancio, che hanno anche l’obiettivo di preservare l’equilibrio di tutta l’Unione Europea, e quindi in questo momento sta facendo il proprio mestiere.
I mercati recepiscono il rischio, gli analisti non sono convinti che misure come il reddito di cittadinanza possano favorire l’aumento del Pil, compensando l’aumento del deficit, e agiscono di conseguenza. E non si tratta solo dello spread: da settimana va avanti una fuga di capitali esteri dai nostri titoli di Stato, ormai la perdita supera i 100 miliardi.