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Scandalo trans, Piero Marrazzo 9 anni dopo: “Ecco come ne sono uscito”

Piero Marrazzo nove anni dopo, ma soprattutto con il grande scandalo ormai alle spalle. Ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, il giornalista spiega come ha fatto a rialzarsi dopo l’episodio che gli ha cambiato la vita, catapultandolo in un lungo e terribile incubo. “Una delle cose che ho sempre letto, è che la forza di un uomo non si esprime nel non cadere ma si esprime nel sapersi rialzare. Detto questo ci sono state donne e uomini che hanno sofferto molto più di me, il mio episodio si mette in fila dietro altri ben più gravi di altre persone, voglio ricordare quelli. Io ho solamente provato ad andare avanti”.

Marrazzo ha parlato della sua vita da corrispondente Rai all’estero: “Bisogna rimanere nel fuso orario, anche se per me in Medioriente è un’ora sola; è il contesto che cambia, bisogna stare attenti al contesto da raccontare. Cosa mi manca dell’Italia? Da italiano potrei dire che mi manca la cucina ma quella mediorientale è ugualmente ricca e sofisticata. Mi mancano il bello e la cultura ma soprattutto quello che rappresentano le radici. Si può essere cittadini del mondo ma le radici non si dimenticano”.

Sulla situazione in Medio Oriente: “Possiamo dire che il new order mondiale viene costruito qui, perché è la terra delle tre grandi religioni monoteiste: cristianesimo, ebraismo e islamismo. Tutto questo non può che per rappresentare per miliardi di persone un luogo che evoca. Pensiamo inoltre alla Siria e a quello che ha rappresentato il conflitto civile, all’annosa questione israelo- palestinese. Quest’anno ricorrono i 70 anni dalla nascita di Israele e da quella che i palestinesi chiamano ‘catastrofe'”.

A Piero Marrazzo la politica non manca: “Sono entrato in Rai più di 30 anni fa, dopo che mio padre c’era stato altri 30 anni. La politica è una cosa che porti dentro a livello culturale, non è una questione di cariche, ma la mia vera passione resta il giornalismo. Poi una battuta sulle difficoltà del centrosinistra: “C’è una crisi identitaria: la sinistra di questo paese e i riformisti hanno un grande problema che è quello di stare all’opposizione per la difficoltà a capire e rappresentare la maggioranza degli italiani che hanno fatto un’altra scelta”.

E ancora: “Non è un problema solo italiano perché possiamo andare da Trump e arrivare ad Orban passando per alcuni paesi tipo la Svezia. Va risolto però in termini politici, mai demonizzato, anzi ricondotto alla libertà di scelta del popolo italiano. Chiusura sulla notte che mai potrà dimenticare: “La notte in cui mio padre morì, morì di notte, a casa e tutto assunse un alone drammatico”.

“Io ero accanto a lui. Quella notte sembrava aver avvolto in una sua dimensione questo dolore, per certi versi attutito dalla notte. Però voglio anche ricordare la notte in cui battemmo 4-3 la Germania ai mondiali Messico ’70, vidi quella magnifica assieme a mio padre, mia madre e mio fratello”.

 

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