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Di Maio “mani bucate”: altro che i voli in economy, ecco le spese nascoste agli occhi degli elettori

Prima di partire per un lungo viaggio, come cantava Irene Grandi, Luigi Di Maio ci aveva tenuto a specificare come lui e i suoi continuino a mettere il risparmio al primo posto quando si tratta di fare le valigie, mostrandosi in un video social mentre sedeva in Economy e non in Business Class a bordo di un aereo diretto in Cina. Un filmato diventato subito virale e intorno al quale, però, sono arrivate ora rivelazioni decisamente inaspettate: sì perché il leader del Movimento Cinque Stelle avrà anche guardato al portafogli al momento di prenotare il volo, ma non ha certo badato a spese per l’alloggio. A rivelarlo è l’Espresso, che spiega come una volta atterrato Di Maio si sarebbe diretto al Four Season di Pechino, un cinque stelle extralusso di una delle catena alberghiere più famose del pianeta.

Il vicepremier ha alloggiato al Four Season per due notti. Nel programma di viaggio, si legge sulla testata,  si elencano tutti i dettagli del viaggio: dalla partenza da Roma all’atterraggio, il 19 settembre, a Chengdu (lì il vicepremier ha soggiornato per 48 ore, firmato accordi bilaterali con il segretario del Pcc del Sichuan), fino all’arrivo all’aeroporto internazionale di Pechino giovedì 20 settembre alle 23.15, con successivo “trasferimento all’hotel Four Season e check in”. Una dozzina, in totale, le persone che componevano la delegazione. Del pernottamento in hotel, al contrario del viaggio in volo, i presenti non hanno filmato nessun passaggio, forse proprio per evitare polemiche sull’elegante sistemazione scelta. L’Espresso ha ricordato come già in passato Di Maio era finito al centro di simile polemiche: anche durante la trasferta di fine agosto in Egitto il vicepremier aveva dormito nel Four Season del Cairo. Uomini vicinia Di Maio confermano che il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro aveva davvero alloggiato nell’albergo, ma aggiungono che il prezzo pagato per ogni stanza è “quello di un quattro stelle”, e che dunque le cifre sborsate (2-300 euro a notte per stanza a notte) sarebbero congrue rispetto ai regolamenti ministeriali. Un caso che sta facendo discutere proprio per l’insistenza dei grillini nel rimarcare le distanze dal mondo della vecchia politica.

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