Era stata una delle battaglie storiche dei Cinque Stelle, quella contro una politica vecchia, marcia e particolarmente incline al sistemare sulle poltrone che contano amici, parenti, conoscenze di vecchia data e chi più ne ha più ne metta. Quattro anni fa, il Movimento puntava a gran voce il dito contro lo spoil system di Matteo Renzi, accusato di aver chiamato a Palazzo Chigi “anche il capo dei vigili di Firenze”. La soluzione per evitare simili degenerazioni? I concorsi pubblici, spiegavano i militanti tramite il blog di Grillo. Tempo dopo, con il governo Conte ormai insediato, le cose non sembrano però essere cambiate. O almeno questa è l’accusa mossa da Repubblica alla parte gialla dell’esecutivo: “Luigi Di Maio ha trasferito nei tre staff cui sovrintende un folto gruppo di compagni dell’hinterland napoletano”.![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%20800%20533'%3E%3C/svg%3E)
Ultimo in ordine cronologico Enrico Esposito, vicecapo dell’ufficio legislativo del Mise che tanto aveva destato scalpore negli scorsi giorni per una serie di tweet sessisti e omofobi scritti in passato e scovati dai giornali. Prima di lui c’era stato Dario De Falco, attualmente capo della segreteria di Di Maio a Palazzo Chigi. E Assia Montanino, che si trova invece a ministero del Lavoro e che era stata candidata per il M5S al comune di Pomigliano, città dove è cresciuto e si è formato il vicepremier. Il compagno della Montanino, Salvatore Barca, è invece finito alla segreteria particolare del Mise. Ancora, come in una matrioska, Repubblica scrive: “Il triplo staff del leader offre comode poltrone ai trombati”.
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Giorgio Sorial, ex capogruppo alla Camera che non era riuscito a farsi rieleggere a Marzo in quel di Brescia e che è stato “ripescato” come vice capo di gabinetto al ministero dello Sviluppo economico. Francesco Vanin, che si era candidato alle regionali in Friuli e ora è consulente al ministero del Lavoro. Bruno Marton, altro ex parlamentare non rieletto ora alla segreteria di Vito Crimi. “L’avanzata grillina nelle stanze dei bottoni è inarrestabile” scrive Repubblica, citando anche la nomina da parte del ministero dei Beni Culturali di Rosa Vitanza nel cda dell’ente Ville Vesuviane. Lei, architetto, è “compagna di Antonio Malfi, parente ed ex assistente parlamentare di Di Maio, anche lui di Pomigliano”. Insomma, “sono lontani i tempi in cui, per il M5S, le nomine di amici e sodali nel sottogoverno erano una prassi da demonizzare”.
“Così sfasciano il Paese”: Feltri durissimo con Salvini e Di Maio, ecco cosa faranno alle casse dello Stato