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Prima ti attacco, poi ti assumo: polemiche sull’ultima nomina Cinque Stelle, Di Maio nella bufera

Continuano le polemiche intorno alle nomine volute dal Movimento Cinque Stelle, dopo che i grillini avevano incentrato una buona parte della campagna elettorale sottolineando la distanza tra il mondo pentastellato e una politica capace soltanto di piazzare facce care ai posti di comando. L’ultimo a essere finito nel mirino è Filippo Attili, l’uomo scelto per calarsi nei panni di videomaker ufficiale della presidenza del Consiglio. Stipendio annuo: 37mila euro. A puntare il dito contro quella figura in passato legata a Renzi è Il Giornale, che ricorda come le strade del M5S e di Attili si erano in realtà già incrociate nel 2014, quando quest’ultimo si occupava delle riprese a Palazzo Chigi e diversi grillini avevano avanzato sospetti sul suo incarico.

Una quindicina di parlamentari avevano addirittura presentato un’interrogazione all’ex ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Tra i firmatari anche Luigi Di Maio, che puntava ad accertare i motivi per cui “un ex appartenente alla polizia di Stato (lo stesso Attili, in passato poliziotto) accompagni il presidente, con funzioni di foto-cameraman, venendo distratto dai propri compiti istituzionali”. Al fianco dell’attuale vicepremier anche Danilo Toninelli, oggi ministro delle Infrastrutture. Quattro anni fa, quindi, in Cinque Stelle “spingevano per allontanare Attili da Palazzo Chigi”. Oggi, a quanto pare, le cose sono cambiate, e parecchio.Decisivo nel mutamento degli atteggiamenti pentastellati sarebbe secondo il Giornale lui, l’uomo più discusso del governo Conte, Rocco Casalino. Il numero della comunicazione a Cinque Stelle avrebbe deciso di inserirlo nella squadra di 7 persone che cura la comunicazione del capo del governo, con il premier e Di Maio a risolvere la questione lontano dalle telecamere: “il caso Attili dimostra, però, come i grillini, una volta giunti nelle stanze del potere, non abbiano avuto problemi a cambiare idea. I nemici di ieri sono diventati i collaboratori di oggi. Con buona pace delle vecchie guerre”.

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