Un libro, scritto da Ezio Mauro, che mette al centro del suo racconto il tema dell’immigrazione, mai così di attualità considerato il periodo storico. E un’analisi caustica, fatta da Vittorio Feltri sulle pagine di Libero, che invita l’ex direttore di Repubblica a riprendersi in mano il suo vecchio giornale e tornare a scrivere articoli invece che riflessioni. Il botta e risposta tra le due firme si è consumato in queste ore, con Feltri che a Mauro ha dedicato un lungo articolo chiedendosi, innanzitutto, perché sia finito “a mezza pensione, panchinaro nel quotidiano da lui diretto per anni, sostituito da un maestro del brodino con i dadi (Mauro Calabresi)”, ridotto a dispensare ormai “qualche raro editoriale”.
Nel riconoscere l’efficacia del racconto di Mauro fintanto che si limita alla cronaca degli eventi maceratesi, Feltri non risparmia poi frecciate alle sue analisi: “Per lui la soluzione sarebbe che tutti gli uomini e le donne gli assomigliassero”. E ancora, allargando il discorso “la sinistra ama tantissimo il popolo, soltanto quando le obbedisce”. Un articolo che si conclude con l’invito a Mauro “a tornare in trincea: quando si ricorda di avere gli occhi è un fuoriclasse del giornalismo italiano”.