Da Milano a Dubai. A poco meno di 2 anni dall’inizio dell’esposizione universale di Expo 2020, che già si annuncia come un evento irripetibile, oltre 650 imprese italiane sono già in cerca di appalti per l’Expo. Dubai aprirà le porte ad un’esposizione universale delle “connessioni”, dal 20 Ottobre 2020 al 10 Aprile 2021, e sarà la prima che avrà luogo in un Paese arabo. Il West Plaza è il posto che è stato scelto per ospitarla, una struttura avveniristica la cui costruzione è stata affidata a due imprese italiane: la milanese Rimond e la pordenonese Cimolai. Le tematiche principali dell’Expo 2020 saranno “Collegare le Menti, Creare il Futuro”, in cui si snoderanno altri tre sotto-temi specifici, intorno ai quali i partecipanti si raccoglieranno per creare nuove collaborazioni e cogliere opportunità di business: Sostenibilità, Mobilità e Opportunità. Un’esposizione dell’innovazione che si prefiggerà di connettere la capacità di pensiero di tutto il mondo, mobilitandola su sfide condivise con focus sui nuovi percorsi di sviluppo e innovazione.
“In corso una forte collaborazione con l’Italia per preparare gli Emirati a ospitare Expo 2020, soprattutto in considerazione della vostra esperienza accumulata con l’Expo di Milano” ha dichiarato il ministro per l’Economia e l’Industria Sultan Al Mansoori degli Emirati Arabi Uniti in un intervista sul quotidiano economico Il Sole24Ore, che ieri ha partecipato a Roma al secondo italian arab business forum. “Attualmente più di 25 mila imprese da 149 paesi si sono registrate e oltre mille di queste sono italiane, delle quali il 66% sono Pmi che stanno già beneficiando dell’evento”. Mansoori ha inoltre sottolineato che i forti legami tra Italia e Emirati Arabi Uniti sono fondati da una volontà comune di favorire l’interscambio e la diversificazione economica, come dimostrano le cifre del volume totale dell’interscambio non-oil che ha raggiunto il valore di 7,9 miliardi di dollari nel 2017.Gli Emirati Arabi Uniti sono stati tra i primi paesi del Golfo che si è riuscito a distaccare dalla dipendenza dell’industria del petrolio, cercando soluzioni innovative in altri settori come quello del Real Estate e delle energie rinnovabili. Come affermato da Mansoori, sarà proprio Expo Dubai 2020 un punto di svolta che cambierà profondamente il contesto economico nazionale, e le maggiori opportunità sono collegate a progetti di costruzione. Tra i partecipanti alle gare d’appalto, sono presenti anche imprese di costruzioni italiane, in vari ambiti come le infrastrutture, i trasporti (come la metro di Dubai), l’energia e la gestione delle risorse idriche. Ad oggi l’azienda italiana più vicina al paese emiratino è l’Eni, che nello scorso Marzo ha firmato un accordo Mubadala Petroleum.
Il Made in Italy è quindi sempre più apprezzato dagli Emirati Arabi uniti, dove sono quasi 9mila i brand italiani presenti sul mercato emiratino, con oltre 600 aziende italiane che operano nel paese.
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