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“Tav? Ce la paghiamo da soli”. Il Piemonte contro il governo: idea choc che piace al nord

Il governo blocca la Tav? Bene, il Piemonte farà da solo. È lo scenario dell’ultima ora che fa rendere l’idea di quanto questa opera venga considerata essenziale per lo sviluppo della regione guidata da Chiamparino. Sia ben inteso, è strategica e essenziale per l’Italia intera. Come fare, dunque, la Tav? “Rispettare gli impegni presi dal Parlamento e dall’Italia con i trattati internazionali sottoscritti dai governi e dal presidente della Repubblica”. Se il Parlamento cambia idea? “Faremo un referendum in Piemonte come forma di pressione”.

Se anche la pressione non funzionasse? “Per noi quell’opera è vitale. Di fronte a una situazione estrema studieremo il modo per pagarcela noi, magari con l’aiuto delle altre Regioni coinvolte dal tracciato est-ovest: Friuli, Veneto, Lombardia”. Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte, è più che mai determinato e non esclude, come scelta estrema, l’autofinanziamento regionale. Il patto Lega-5S sembra avere come merce di scambio la Tav. Salvini si adegua a bloccare l’opera per salvare il governo. Come reagirà Chiamparino?

“Sono stato uno dei primi ad avvertire questo pericolo. Una parte del governo è sempre stata contraria a tutte le grandi opere. L’altra, quella leghista, si è sempre detta favorevole. Ma quando Salvini elenca le opere da fare assolutamente, arriva alla Torino-Lione e la salta”. Di Maio dice che i 5S non sono contrari all’alta velocità e sostiene la Napoli-Bari.

“Sapete qual è la differenza tra un propagandista e uno statista? Che il propagandista fa solo ciò che serve al suo collegio elettorale. Lo statista pensa al Paese. Di Maio è del primo genere. Con la sua logica ognuno si fa l’alta velocità che va bene a casa sua”. Insomma, come va a finire? “Ci sono tre scenari. Il primo è il più logico: il Parlamento ha votato, l’Italia ha sottoscritto gli accordi con Francia ed Europa, il Cipe ha deliberato, Telt, la società che realizza il tunnel, va avanti come previsto. Non bisogna perdere tempo”.

“Entro il 2019 il programma prevede lavori per 2 miliardi di euro. Se invece il governo, per ragioni di equilibrio interno, ferma Telt impedendo che faccia gli appalti, lanceremo un referendum in primavera per far pronunciare i piemontesi”. A che cosa servirebbe? “Il referendum servirebbe a far pressione sul Parlamento che, per bloccare l’opera, deve votare una legge che cancella i trattati internazionali”.

“Vogliamo forme di autonomia regionale? Benissimo. C’è una proposta di Forza Italia che verrà discussa nei prossimi giorni in Consiglio regionale. La faccio mia con un’aggiunta. La proposta suggerisce che il Piemonte, se non c’è altra strada, possa subentrare per la parte italiana della spesa, circa 2,5 miliardi in vent’anni. Io dico che potrebbero farlo tutte le Regioni interessate dal tracciato”. Una Tav del Nord? “Il titolare del contratto non può che essere lo Stato. Del resto, è un’opera internazionale. Ma si possono studiare forme di intervento economico e di compensazione, ad esempio modificando le concessioni autostradali”.

 

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