Un verdetto ancora atteso ma che, secondo gli analisti italiani e stranieri, è abbastanza scontato. La data da segnare sul calendario è quella del 21 novembre, quando la Commissione Europea, con tutta probabilità, farà scattare contro il nostro Paese la procedura d’infrazione per debito eccessivo, riportando così l’Italia al centro di una pressione dalla quale era uscita cinque anni fa. Una scelta che pare inevitabile, considerando come a Bruxelles siano tutti (o quasi) d’accordo sulla necessità della sanzione.
E d’altronde il Bel Paese è rimasto di fatto solo, visto che anche la Grecia non si è schierata a favore della posizione italiana (come d’altronde fatto dallo Stivale durante la crisi greca del recente passato). Un primo passo dall’Unione arriverà l’8 novembre, quando la CommissioneUe pubblicherà le proprie previsioni economiche dalle quali dovrebbero emergere tutti i dubbi sui programmi dell’Italia. A quel punto, salvo improbabili inversioni di rotta, scatterà il conto alla rovescia.
L’ultima volta che il nostro Paese era finito nella procedura di deficit eccessivo era il 2013. Cosa succederà, in concreto? Non dovrebbero scattare vere e proprie sanzioni nei nostri confronti, ma solo una richiesta all’Italia di di effettuare un deposito non fruttifero pari allo 0,2% del Prodotto interno lordo (3,5 miliardi di euro). La possibilità legale esiste, ma sarà rinviata ai prossimi mesi. Potrà presentarsi all’ordine del giorno in qualsiasi momento, e considerando i rapporti Roma-Bruxelles, l’eventualità è da tenere bene in considerazione.
https://www.business.it/nomine-rai-i-cinque-stelle-allattacco-di-salvini-e-berlusconi/