Nomine, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno messo le basi per una nuova “grande spartizione”: dopo essersi divisi nei mesi scorsi le poltrone di vertice in Rai, Ferrovie, Cassa Depositi e prestiti, Agenzia delle entrate, del Demanio e delle Dogane, 5Stelle e Lega stanno per occupare Anas, Consip, Consob, Agenzia spaziale, Enac ed Enav. Evvai! Non ci facciamo mancare nulla, in fondo è il governo del cambiamento. Dopo la defenestrazione di Mario Nava, costretto alle dimissioni, Di Maio vuole per il Movimento la presidenza della Consob.
Perché nel frattempo la Lega si è presa la presidenza dell’Istat con Gian Carlo Blangiardo. E perché i grillini hanno dato battaglia sulle crisi bancarie e non intendono cedere il testimone al Carroccio. Al termine di una lunga altalena, il vicepremier ha deciso di puntare su Marcello Minenna, responsabile delle analisi quantitative e dell’innovazione finanziaria presso la Commissione per la Borsa. Ma Salvini ha risposto picche (e ti pareva).
Ed è tornato ad avanzare la candidatura di Alberto Dell’Acqua, docente alla Scuola di amministrazione della Bocconi. Ed è probabile che alla fine la scelta cada su un terzo nome. In lizza: Antonio Rinaldi, economista euroscettico molto vicino a Paolo Savona, e Magda Bianco di Bankitalia. Un aspetto non secondario, visto che la guida della Consob è decisa dal governo, vistata dalle commissioni parlamentari competenti, ma ratificata con decreto della Presidenza della Repubblica. Partita aperta pure all’Anas…
Anche qui, dopo il golpe del ministro Toninelli che ha spinto alle dimissioni Giorgio Vittorio Armani, sono i 5Stelle a rivendicare la poltrona di maggior peso. Giuseppe Bonomi, sostenuto da Salvini, si è chiamato fuori. E restano in corsa due candidati interni: Ugo Dibernardo, responsabile della manutenzione della rete stradale, dovrebbe diventare amministratore delegato. Per la presidenza è in pole Roberto Massi, responsabile della tutela aziendale.
Senza aver ancora raggiunto un’intesa sui nomi, l’Enac (Ente per l’aviazione civile) andrà ai 5Stelle e l’Enav (assistenza al volo) alla Lega, i due partiti hanno messo gli occhi sulla Consip, la centrale di acquisto della pubblica amministrazione. Il presidente Roberto Basso si è dimesso nei giorni scorsi e i grillini sono disposti a concedere al ministro dell’ Economia Tria la scelta del successore. Per ricucire un po’ i rapporti tesi. Resterà invece al suo posto l’amministratore delegato Cristiano Cannarsa in quanto non può essere rimosso.
Anche all’Agenzia spaziale la questione parte da un siluramento: quello del presidente Roberto Battiston, questa volta per mano di un leghista, Marco Bussetti. Il ministro dell’Istruzione, ottenuta la testa di Battiston, voleva sostituirlo con il generale Pasquale Preziosa. Di Maio non l’ha presa bene e ha stoppato Preziosa. E ora sta cercando di convincere Salvini, non senza difficoltà, a mettere al vertice dell’Asi un ricercatore o uno scienziato.
È però probabile che si finisca con la nomina di un commissario, dato che la procedura di nomina (va insediata una commissione e serve un bando pubblico d’ interesse) richiede almeno quattro mesi. La partita per la presidenza dell’Antitrust la giocano invece Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati. I presidenti di Camera e Senato in ottobre hanno raccolto i curricula dei candidati. E la rosa di nomi è di alto livello.
La Casellati spinge per Marina Tavassi, presidente della Corte d’appello di Milano. Fico frena e sembra puntare sull’ex presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, un passato a fianco di Sergio Mattarella e Romano Prodi. Sono dati in corsa anche l’ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, corteggiato dal Pd per candidarlo in Abruzzo, e il professore di diritto costituzionale e pubblico Alfonso Celotto. Che la spartizione continui. Intanto, i numeri ci dicono che questa è la legislatura più inoperosa della storia.