Era stato il simbolo di un’Italia che non aveva paura dell’Europa, il ministro Savona. Determinato a portare avanti le posizioni del governo gialloverde, convinto di una Commissione Ue troppo debole perché a fine mandato e quindi impossibilitata ad avviare veramente una procedura di infrazione contro il Bel Paese. Una carica, quella del titolare agli Affari Esteri, contagiosa per i colleghi, tutti improvvisamente concordi e decisi a superare le obiezioni e i timori che invece arrivavano dai vari Giorgietti, Tria e Moavero.
E invece negli ultimi giorni la posizione di Savona è decisamente cambiata, trasformata in senso opposto. “La situazione è grave” ha detto il ministro senza troppi giri di parole. Come spiega La Repubblica, una presa di coscienza dopo gli ultimi eventi che, nei fatti, hanno smentito la sua teoria. Conte continua a parlare di “necessità di dialogo” con Bruxelles. Dall’altra parte, però, si è trovato la porta chiusa in faccia. Il principio è lo stesso di sempre: cambiate i numeri della manovra o da parte nostra non avrete alcun aiuto.
Tria aveva a sua volta provato a rasserenare gli animi, parlando con Moscovici. Ma la situazione è precipitata dopo che altri Paesi, Austria in primis, hanno iniziato a spingere per aprire la famigerata procedura contro l’Italia. Un colpo duro, tra l’altro, per i sovranisti, arrivato da quello che veniva considerato un possibile alleato. Lo scenario, insomma, è di colpo precipitato.
I nervi tesi si respirano anche all’interno della galassia gialloverde, con Tria che ora si sente finalmente legittimato dopo aver gridato per mesi “Al lupo” senza mai essere preso davvero sul serio. L’Europa non cede, se ne stanno convincendo ormai tutto. E, in fretta e furia, si lavora a una nuova strategia che possa salvare l’Italia senza rinunciare del tutto alle promesse fatte agli italiani.
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