Le elezioni europee non sono ancora dietro l’angolo ma il fronte sovranista sognato da Matteo Salvini, quello di un’Europa unita contro un’altra Europea, ormai da rottamare, sembra essersi già sfaldato. Tutta colpa dei patti di bilancio, con i vari governi populisti, gli stessi ai quali la Lega strizzava l’occhio, che vedono ora con diffidenza l’Italia e la sua politica economica aggressiva. La finanziaria a debito del governo italiano, già bocciata dall’Austria e osteggiata perfino dalle destre anti-europee del Nord, è stata stroncata ieri dal governo ungherese: “Le regole dell’Unione europea ci sono e vanno rispettate” ha spiegato Zoltan Kovacs.
Poi, sulla manovra di bilancio italiana, non si è tirato indietro e, pur con molta diplomazia, ha dettato la linea di Budapest agli amici di Visegrad, Polonia inclusa: “Non siamo abituati a intrometterci nelle vicende degli altri governi. C’è una discussione in corso tra la Commissione europea e Roma. Ma la recente storia del nostro Paese – ha detto – insegna che è possibile rilanciare la crescita economica e ridurre la disoccupazione rispettando il patto di stabilità che tutti abbiamo sottoscritto in Europa”.Il Sole 24 Ore ricorda in proposito come la stessa Commissione europea che ha più volte manifestato forti perplessità sulla deriva antidemocratica dell’Ungheria, ha sempre riconosciuto i risultati economici ottenuti da Orban. Kovacs nnon si è spinto a dichiarare che l’Ungheria voterà per aprire contro l’Italia una procedura di infrazione su debito, ma ci è andato vicino: “Serve coerenza e bisogna avere una strategia di lungo termine i governi nazionali hanno gli strumenti per rilanciare l’economia. Senza per questo infrangere le regole europee”.