Forse non lo sa nemmeno, Paolo Savona, di essere diventato una sorta di star della rete. Battute, meme, slogan. Chi più ne ha più ne metta. Con tanto di immancabile proposta, la candidatura alla segreteria di un Pd sempre più alla ricerca di sé stesso. Tante le trasformazioni che il popolo del web (ma anche quello della politica) gli ha attribuito di recente: un tempo “il cigno nero”, lo spauracchio dell’Europa, la personalità capace di far tremare, da sola, gli uffici di Bruxelles. Poi, la retromarcia improvvisa.
Savona sottolinea infatti ormai da tempo come lo scontro con l’Ue porti più rischi che potenziali vantaggi. Un gioco che non vale la candela. Talmente convinto da aver gettato sul tavolo del premier Conte le proprie dimissioni, convinto che questo esecutivo non abbia più senso di esistere e vada cambiato. Una scelta strana, forse una strategia mascherata. Non a caso Tommaso Labate sul Corriere della Sera ricorda come uno dei maestri di Savona sia stato Cossiga, ex presidente della Repubblica famoso per le sue iniziative sempre al limite tra genio e sregolatezza.
Lo stesso Salvini, particolarmente nervoso sul tema, si è reso conto del diverso atteggiamento di quello che un tempo era uno dei nomi forti voluti dalla Lega all’interno del governo gialloverde che si preparava a partire. E che ora, con un misto di rassegnazione e consapevolezza del clima mutato, sembra quasi voler sventolare la bandiera bianca a nomi di tutti, dando il segnale di un cedimento comune di Carroccio e Cinque Stelle di fronte a uno scontro impossibile da vincere con l’Europa.
Tutto vero? Qualche dubbio resta. Savona, da par suo, di recente ha anticipato gli scenari futuri, sostenendo che il momento più delicato nei mesi a venire si verificherà intorno a gennaio, quando ci saranno le aste Btp più importanti. Difficile, stando alle sue stesse affermazioni, che lui si ancora al suo posto. Ma la politica, si sa, è materia davvero strana.
Tu quoque, Savona! Bordate a Salvini, Di Maio e alla manovra. Qui ora crolla tutto