Un vero e proprio accerchiamento, quello messo in atto dagli Stati Uniti intorno al colosso tecnologico cinese Huawei, coinvolgendo nell’offensiva i più stretti alleati tra i quali l’Italia. L’amministrazione Trump ha infatti deciso di aprire un nuovo capitolo della sfida per la supremazia nell’hi-tech con Pechino, e preoccupata dai rischi di sicurezza nazionale, ha iniziato una campagna di forti pressioni sui Paesi alleati perché isolino il gruppo asiatico e i suoi prodotti nelle telecomunicazioni.
Una strategia svelata dal Sole 42 Ore e che vede gli americani accusare i prodotti Huawei, fortemente legati a Pechino, di creare rischi di cybersecurity, sia sul fronte militare che economico e finanziario. Lo sforzo americano ha visto funzionari dell’amministrazione organizzare una intensa serie di incontri e briefing informali con esponenti governativi e dirigenti del settore delle Tlc su scala globale per far avanzare la loro causa.
Tra i paesi coinvolti, ha rivelato il Wall Street Journal, oltre all’Italia ci sono la Germania e il Giappone. La ragione è che in simili nazioni le tecnologie targate Huawei sono considerate diffuse e si trovano allo stesso tempo importanti basi militari statunitensi che, stando a Washington, potrebbero essere a rischio di spionaggio e sabotaggio.
La Casa Bianca è talmente preoccupata da aver anche sfoderato un’arma economico-finanziaria per convincere alcuni alleati a schierarsi al suo fianco senza remore. Starebbe prendendo in considerazione speciali aiuti per lo sviluppo nel settore telecomunicazioni a nazioni che rifiutino di far entrare nei loro confini le attrezzature della società cinese.
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