Il telefonino che squilla di continuo. Aggiornamenti costanti, sui tanti fronti che lo interessano da vicino, vicinissimo. Apparentemente Luigi Di Maio è sereno, convinto della bontà delle sue posizioni. In realtà, però, quello che il leader dei Cinque Stelle sta vivendo è un momento terribile, un periodo no che sta seriamente minando la sua serenità. La vicenda del lavoro nero nell’azienda del padre lo ha profondamente turbato, scrive l’Huffington Post, e la tensione è sempre più palpabile.
Un scandalo, quello famigliare, arrivato in un periodo già delicato. I sondaggi, impietosi, non fanno che sottolineare il calo del Movimento a vantaggio della Lega. Il reddito di cittadinanza può essere un salvagente, l’argomento principe per lasciarsi alle spalle questa vicenda e riportare gli italiani su un terreno più favorevole. L’opposizione, intanto, si fa sempre più feroce, con gli interventi anche della leader Cgil Susanna Camusso che ha chiesto a Di Maio di inviare gli ispettori del lavoro nell’azienda della sua stessa famiglia.
Nelle ultime ore, alla vicenda del lavoro in nero si è affiancata quella degli abusi edilizi a Maglianella, su un terreno di comproprietà di Antonio Di Maio. Luigi ci ha scherzato su: “In questa campagna di mio padre sono stati posti sotto sequestro materiali come secchi, bidoni, credo una carriola, calcinacci e un telone”. Cerca di sdrammatizzare ancora. Eppure teme di perdere per strada i suoi sostenitori all’interno del Movimento.
Salvini si è detto solidale, Grillo ha stigmatizzato. Ma la paura del leader pentastellato, alle prese anche con la figuraccia della Castelli sul caso tessere per il reddito di cittadinanza, è che si stia avvicinando il momento dell’avvicendamento ai vertici dei Cinque Stelle. Con Di Battista che, come un rapace, continua a volteggiare, aspettando il momento buono per scendere in picchiata.
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