Vai al contenuto

Primarie PD, Minniti ritira candidatura: Renzi dà il via alla scissione

L’ora più buia del PD: Minniti ritira la candidatura, dando praticamente conferma che è in corso la scissione. Alla fine, “con grande sofferenza, ma con altrettanto senso di responsabilità”, Marco Minniti ha maturato il clamoroso passo indietro: “La situazione non è più sostenibile. Lo faccio per il partito, con lo stesso spirito di servizio con il quale avevo accettato la candidatura alla segreteria”. L’ex ministro dell’Interno ha dunque maturato l’idea di rinunciare alla candidatura alle primarie, lasciando campo libero a Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e agli altri candidati.

Un vero e proprio trauma per la corrente renziana, dilaniata e scossa dalle mosse del leader che ormai lavora alla luce del sole per un partito tutto suo. Impegnato ieri in una lunga serie di incontri a Bruxelles, l’ex premier ha dato il benservito al “suo” candidato: “Marco Minniti è irritato? Io non mi occupo del congresso del Pd“.

Parole che, unite all’ultimatum di Antonello Giacomelli e ai sondaggi che lo davano al massimo al 33% a quasi quindici punti da Zingaretti, hanno spazzato via i dubbi residui e convinto il quasi ex candidato a chiudersi con i suoi per l’ultima riflessione. “Sono perfettamente consapevole della pesantezza di questo atto. E so che sarò io a prendermi addosso tutto il fango si è sfogato Minniti -. Ma ho misurato il rischio di un congresso che non avrebbe dato un esito definitivo e, credetemi, lasciare è la decisione migliore”.

“La mia sofferenza sarà ripagata da un risultato chiaro e dalla vittoria di un nome autorevole”. A Montecitorio i dem hanno passato un giorno di spasmodica attesa, preoccupazione, sconcerto. I renziani hanno tentato un disperato pressing, nella segreta speranza che Minniti stia solo lanciando un potente ultimatum all’ex segretario.

“Ci perdo solo io” è la riflessione finale che Minniti ha condiviso in un lungo faccia a faccia con Luca Lotti, un tempo plenipotenziario di Renzi. L’ex ministro è convinto di uscirne “con stile”, anche se adesso i renziani sono privi di un candidato al congresso. La girandola dei nomi è ripresa in tempo reale. C’è chi spinge per Ettore Rosato, chi vorrebbe una donna della tempra di Teresa Bellanova e chi spera di convincere Graziano Delrio a rinunciare alla guida del Copasir. Ma anche il giglio magico è ormai frammentato, Renzi è dipinto dai fedelissimi “con un piede fuori” e la tentazione della corsa in solitaria terrorizza tanti.

La rottura si sarebbe consumata nel più totale gelo, con l’ex premier deciso a tenersi le mani libere. Eppure il pressing dei renziani per convincere il candidato a rimanere tale è andato avanti fino a notte. Lotti, Guerini e Rosato si sono visti e hanno deciso di rinnovare l’impegno. “Noi lo sosteniamo con convinzione”, assicura Rosato – “Quando Marco decide di partire, si parte”. Ma qui l’unico a partire sembra essere solo Renzi. Un viaggio di sola andata via dal PD.

 

Ti potrebbe interessare anche: Il costo della rottamazione: le conseguenze sul Pd dell’addio di Renzi, scenari terribili per i dem

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure