Da quando lo hanno convinto (e ora stanno cercando di convincere anche il popolo) che il passaggio dal 2,4 al 2,04 di deficit sia stato un successone, il premier Giuseppe Conte ora si sente dio in terra, un vero leader. Poveretto. Ieri è stato in visita privata dal Papa e allora ha deciso di raccontare la sua esperienza con toni e modi che lasciano poco spazio alla modestia. A leggere il post su Facebook del premier, si ha l’impressione che lui e Papa Francesco siano come due pari grado. “Ciascuno nell’ambito delle proprie competenze”, ci tiene a precisare il premier, come se l’inciso potesse in qualche modo scansare l’equivoco…
Che, in verità, è qualcosa in più di un malinteso se si considera il fatto che Conte ieri è stato ricevuto per una visita privata o “di cortesia”, come la definisce il protocollo vaticano. Pressoché un inedito per un capo di governo. Le normali udienze papali, infatti, prevedono un rigido cerimoniale che comporta la presenza di una consistente delegazione (mentre Conte si è presentato senza ministri al seguito, tanto meno i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio) e un comunicato stampa finale che fa il punto dei temi affrontati nell’incontro.
Di tutto questo non c’è stata traccia, perché l’intenzione della Santa Sede era evidentemente quella di dare all’evento un basso profilo. Non è un caso che ieri mattina la sala stampa del Vaticano abbia dato notizia del faccia a faccia solo venti minuti prima che Conte facesse il suo ingresso nel Palazzo Apostolico. Eppure, nonostante le cautele della Santa Sede, Conte ha deciso di mollare il freno. E si è esibito lui o chi per lui a Palazzo Chigi in un post piuttosto egocentrato: “Nel corso del lungo colloquio privato abbiamo richiamato il rispettivo impegno che stiamo portando avanti per realizzare un ampio disegno riformatore della comunità in cui operiamo”.
“Ci siamo confrontati sui temi delle diseguaglianze sociali, delle migrazioni, dell’ambiente, della pace”. Conte come il Papa, insomma. Che, per quanto si possa avere un’alta opinione del presidente del Consiglio e magari un approccio critico al pontificato di Francesco, è davvero un accostamento temerario.
Al netto del fatto che obietta qualcuno sui social è davvero curioso che un presidente del Consiglio che fino a ieri è stato al traino dei suoi due vicepremier oggi si autoracconti con un parallelismo tanto azzardato. Lo scivolone, ovviamente, in rete non passa inosservato e provoca una buona dose di ironie. Pure quella della vicepresidente della Camera Mara Carfagna, che si limita a postare un screenshot del post di Conte con un eloquente “Vabbé…”.
Dopo oltre sei mesi a Palazzo Chigi, vittima dei tira e molla tra Salvini da una parte e Di Maio dall’altra, ora il premier si è convinto di essere autonomo e di ricoprire per davvero la carica di presidente del consiglio che ha voce in capitolo. Mannaggia Giuse’, tranquillo, poi ti svegli: era solo un bel sogno. Torniamo alla realtà adesso, su!
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